(Il Romanista - M.Macedonio) -«Personalmente, non drammatizzerei». Ha il tono disteso e rassicurante, Sebino Nela. Di chi sa che ogni valutazione deve essere filtrata dall’equilibrio. Quello che non ti porta ad esaltarti per un 5-1 sul Cesena, ma neanche a fare una tragedia per una battuta d’arresto in casa della capolista del campionato.
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Nela: «Si cresce anche perdendo»
(Il Romanista – M.Macedonio) – «Personalmente, non drammatizzerei». Ha il tono disteso e rassicurante, Sebino Nela. Di chi sa che ogni valutazione deve essere filtrata dall’equilibrio. Quello che non ti porta ad esaltarti per un...
«Non ho visto per intero la partita di Torino – puntualizza Sebino. - Perché non mi piace la formula della Coppa Italia e, pertanto, mi rifiuto di seguirla. Immagino però come sia andata, avendo visto una ventina di minuti e i riflessi filmati. E’ vero, sono stati commessi diversi errori, da più di un giocatore, ma personalmente non drammatizzerei. Perché sono cosciente di quello che è successo quest’anno, così come del fatto che andavi a giocare in casa della Juventus. E mi rendo conto – anche dall’atteggiamento e dalle facce dei giocatori juventini – che quello stadio è in grado di dare molto, sotto l’aspetto mentale. E penso anche che una sconfitta in casa della Juventus non costituisca nulla di straordinario».
Uno stop, quindi, che può avere un effetto salutare? Le persone intelligenti traggono quanto serve, ovvero l’insegnamento che queste sconfitte possono impartire. E siccome tutto può servire, servirà anche questa battuta d’arresto. Del resto, era impensabile che questa squadra potesse e dovesse vincerle tutte e non perderne più. Questa, invece, è una squadra che deve migliorare, e quindi lavorare, come dice sempre anche il suo allenatore. (...)
Importante, mi sembra, è circoscrivere quanto accaduto, quale episodio negativo all’interno di un percorso di crescita. Sì, anche perché la valutazione di una squadra non si dà di partita in partita, ma in generale, in un arco di tempo più ampio. Non si può continuamente cambiare giudizio in base ad una vittoria, una sconfitta o un pareggio.
A proposito di percorsi di crescita, ricordo che la tua stessa Roma passò attraverso alcune “batoste”, anche sonore, che servirono però a farla maturare. Certo. L’anno prima del mio arrivo la Roma perse 4-0 a Napoli, partita che a detta di molti avrebbe dovuto convincere Liedholm ad abbandonare l’idea del gioco a “zona”. Invece, fu proprio aver insistito su quella strada, registrando ovviamente alcuni meccanismi, che portò poi i suoi frutti. Bisogna avere pazienza e pensare che questa squadra deve ancora lavorare molto per raggiungere il massimo. I giocatori stanno metabolizzando l’idea di calcio che viene proposta loro da questo allenatore. Sapendo che solo così si possono raggiungere degli obiettivi. (...)
E tutto questo non significa, necessariamente, un ridimensionamento. Dobbiamo sapere che non siamo il Barcellona, ma siamo comunque una squadra che sta cercando di offrire un buon calcio, ma non è ancora una macchina perfetta. E che lavora per avvicinare quanto più possibile questa “perfezione”. Io, sinceramente, dopo una sconfitta così, non me la sento proprio di lanciare accuse o lamentarmi di chissà cosa.
Anche perché, contro la stessa Juventus, all’Olimpico, non più tardi di un mese e mezzo fa, la Roma ha dimostrato di potersela giocare alla pari, meritando anche qualcosa di più di quel pareggio. E’ un po’ come quando pensiamo che il Cesena sia squadra da buttare. Mentre non credo che sia così, come hanno dimostrato le belle partite giocate dai romagnoli contro tante altre avversarie. E’ solo la conferma di come gli episodi possano indirizzare una partita in un verso o in un altro.
Domenica arriva il Bologna. Pensi a possibili contraccolpi sul piano psicologico? O addirittura ad una sottovalutazione dei rossoblù, dopo la bella prova al Dall’Ara?Assolutamente no. Si è persa una partita di Coppa Italia. Amen. Ora c’è solo da rimboccarsi le maniche, senza più pensare alla sconfitta di Torino. Perché ci aspetta una partita di campionato, in cui probabilmente l’approccio sarà – credo – molto diverso. E continuando così, tranquilli, come sempre, per la nostra strada.
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