(Il Romanista - V.Vercillo) - Nove anni, uno scudetto, 102 gol e il debutto da allenatore, prima nei Giovanissimi Nazionali e poi con la prima squadra. Il passato che unisce Vincenzo Montella e la Roma è noto a tutti.
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Montella: «Roma, non c’è rivalsa»
(Il Romanista – V.Vercillo) – Nove anni, uno scudetto, 102 gol e il debutto da allenatore, prima nei Giovanissimi Nazionali e poi con la prima squadra. Il passato che unisce Vincenzo Montella e la Roma è noto a tutti.
Il futuro, invece, li vuole avversari. Sabato sera i giallorossi arriveranno al Massimino, e per la prima volta l’Areoplanino sarà dall’altra parte. Stessi occhi, diverse prospettive: nell’anticipo serale della 18esima giornata di campionato, Montella con il suo Catania proverà ad affondare la Roma. Lui, che all’esordio come allenatore in prima squadra l’ha risollevata, la sua Roma, portandola fino al sesto posto. Lui che 320 giorni fa è arrivato a commuoversi al fischio finale di Bologna-Roma, la prima della sua nuova carriera. Oggi ha voltato pagina: alla guida del Catania sta bene e fa bene. Un punto in più rispetto alla scorsa stagione, due posti più avanti in classifica. Il suo 2012 però non è iniziato nel migliore dei modi. Zero punti e tanta disattenzione a Bologna: le gambe erano al Dall’Ara, ma la testa già verteva verso la Roma. «Avrò voglia di vincere come sempre. Forse più di sempre.
Quella con la Roma non sarà una partita come le altre» ha detto ieri Montella a margine dell’incontro tra arbitri, società e capitani di Serie A, ma non c’è «voglia di rivalsa», solo sano «spirito competitivo». Conoscendo bene l’atmosfera che si respira nell’ambiente romano, Montella si è lasciato scappare anche qualche battuta sui due pilastri della Roma, Totti e De Rossi. Sul Capitano:«Sono contento che si sia sbloccato - ammette con il sorriso -, la vedo una cosa positiva per il Catania, perché avevo paura potesse segnare contro di noi...». Sul futuro del centrocampista, in trattativa per il rinnovo contrattuale, si sbilancia meno: «Lui è innamorato della Roma e oltre non vado». Nei confronti di Luis Enrique il sentimento verte verso l’“odi et amo”. Convinto da una parte che a lui non sarebbe stata data la stessa fiducia, dall’altra Montella si proclama quasi un estimatore del tecnico asturiano e della sua idea di gioco.
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