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«Zeman la nostra occasione»

(Il Romanista – V.Meta) – Fuori c’è il silenzio della Borghesiana. Dentro quattro ragazzi, due divani e tanta Roma.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - Fuori c’è il silenzio della Borghesiana. Dentro quattro ragazzi, due divani e tanta Roma.

Alessandro Florenzi, Simone Sini, Alessandro Crescenzi e Federico Viviani sono reduci da esperienze molto diverse, ma oltre all’Under 21, con cui si preparano a volare in Irlanda per l’ultima gara di qualificazione della stagione, ad accomunarli c’è il pensiero di un futuro con Zdenek Zeman sulla panchina della Roma: il Boemo è uno che con i giovani ci sa fare, a Pescara lo ha dimostrato una volta di più e il suo ritorno in giallorosso potrebbe rappresentare una svolta nella giovane carriera dei quattro romanisti.

VIVIANI«Si parla tanto di Zeman e Verratti, ma se davvero dovesse portarselo non credo cambierebbe molto per me, nel mio ruolo c’è già tanta concorrenza... Quest’anno con Luis Enrique sono stato fin dall’inizio del ritiro e lui ha sempre parlato bene di me, mi ha dato parecchia fiducia. Zeman ha fatto bene a Pescara. Ora tutti parlano di Verratti ma secondo me ha fatto bene tutta la squadra e quand’è così è normale che si facciano dei nomi, solo qui ce ne sono cinque. Per come lavora e per come gioca Zeman, credo che per un ragazzo sarebbe qualcosa di importante se diventasse l’allenatore della Roma. Potrebbe insegnare parecchio a tutti noi come allenatore. Con Caprari ho parlato una settimana fa, mi ha detto che è stato molto bene e che questa esperienza gli ha fatto bene. Mi ha parlato benissimo del mister e sicuramente è stato importante il fatto che ci sia andato perché c’era Zeman. Ha fatto parecchie presenze, secondo me ha fatto la scelta giusta. Se n’era parlato anche per me? Non lo so, sui giornali sì, io però non so niente perché la Roma ha sempre detto che io non mi muovevo e neanche sono state intavolate delle trattative, ero bloccato. Mi avevano detto che sarei rimasto fino a fine anno perché ero importante per l’allenatore. Quale? Tutti e due!».

SINI Seconda convocazione con Ferrara per il capitano storico dei ’92 azzurri: «Sono molto contento di questo ritorno, anzi rigrazio il mister che mi ha dato questa opportunità e spero di ripagare la sua fiducia. Vengo da un momento difficile, sono stato infortunato e ho recuprato, non mi aspettavo assolutamente la convocazione, anche perché era da un mese che stavo fermo e invece eccomi qua, è stata un po’ una sorpresa. Però in fondo l’anno era cominciato con l’Under 21 e con l’Under 21 si sta chiudendo». Un anno e mezzo fa l’esordio in A, forse dopo un inizio così ci si aspettava che l’avventura fra i professionisti andasse diversamente:  «Federico (Viviani, ndr) è rimasto, ha fatto sei partite in A e vinto uno scudetto, ma a me non è venuto il dubbio di aver fatto male ad andare via. In Primavera ci avevo giocato un anno ma esordendo già dall’anno prima e poi diciamo che c’era qualche screzio, era ora di cambiare aria. Se sarebbe stato più facile arrivare in prima squadra rimanendo? Ma se volevano mi chiamavano, poi magari non puntavano su di me. Ci può stare eh, non è che tutti quelli che fanno il settore giovanile della Roma poi restano alla Roma. Naturalmente non considero la Roma una pagina chiusa, la società farà le sue valutazioni e vedremo, io sono qui».

CRESCENZI «Che ne sarà di me con Zeman? È ancora presto per dirlo. Si parla molto di lui e a me piace come allanatore. È uno che fa correre e allenare tanto e questa per me potrebbe essere una buona opportunità, però sinceramente ancora non so che fare. Sicuramente partirò in ritiro, poi si vedrà. Sono giovane e ho bisogno di giocare e fare esperienza, ma rispetto agli altri anni ora sento di essere più pronto e sicuramente farò il massimo per poter rimanere a Roma, poi ogni mister ha le sue idee e si faranno le valutazioni. Secondo me io ho le caratteristiche ideali per il gioco di Zeman, poi è normale che può succedere di tutto. D’altra parte, se impari a fare il terzino con Stramaccioni sei abituato a scendere sulla fascia e io sono un’ala adattata, se c’è bisogno spingo. E poi correre non è un problema».«Meglio 6 presenze in A o 40 in B? È una domanda difficile, ma io sono due anni che faccio 40 presenze, credo che sia stata giusta la scelta fatta preferendo la B e giocandole tutte piuttosto che restare a Roma e trovare meno spazio. Siamo giovani e abbiamo bisogno di giocare, anche per me il sogno è sempre tornare alla Roma, ma se si ha spazio. Altrimenti non serve a molto. Si può dire che Crotone porta fortuna, è stata un’esperienza positiva sia per me sia per Florenzi».

FLORENZIMaggio 2011 esordio in A sostituendo il Capitano, maggio 2012 miglior giocatore della Serie B.«Credo che una stagione così non se l’aspettassero neanche i miei genitori. Sicuramente mi ha aiutato il posto, perché dicono tanto del Sud ma questo per me è stato veramente un anno speciale, sia dal punto di vista del gioco sia soprattutto da quello umano, anche perché quando stai bene di testa, riesci a dare il meglio anche in campo e s’è visto. Sono cresciuto sotto molti punti di vista e anche segnare tanti gol è stato importante. All’inizio giocavo a centrocampo, poi Drago mi ha messo più avanti dietro all’unica punta Calil che poi è un trequartista e io facevo il taglio dietro e in partita in corso mi è capitato di fare anche la prima punta. Fare gol è importante, ma lo è anche la costruzione: il merito è di tutta la squadra che me li ha fatti fare. Mi hanno messo nelle condizioni di fare bene».«La scelta di andare via da Roma quest’anno per me è stata giusta. Sono stato io a decidere dopo l’intervento di appendicite che mi ha costretto a rinunciare anche solo all’ipotesi del ritiro, di cui pure si era parlato. Se c’è troppa presione sui ragazzi del settore giovanile? Sicuramente abbiamo tutti bisogno di tempo e fiducia. Le pressioni saranno di certo più forti che a Crotone, dove giocavp come se fossi sotto casa. Ma non mi preoccupa assolutamente, mi sento pronto psicologicamente per la Roma».