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Luis Enrique: “Crediamoci”

(Il Romanista – M.Macedonio) «Era una partita difficilissima, per noi: per l’orario, il caldo, e l’avversario, tanto per la situazione che ha in classifica quanto per i risultati da cui veniva».

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) «Era una partita difficilissima, per noi: per l’orario, il caldo, e l’avversario, tanto per la situazione che ha in classifica quanto per i risultati da cui veniva».

Riparte da ciò che aveva detto alla vigilia, Luis Enrique, ricordando quante insidie nascondesse la partita con il Novara. «Una gara in cui era facile giocare distratti. Ma questo non è avvenuto, anche se abbiamo iniziato in svantaggio. Abbiamo prodotto un grande sforzo, e ho visto una grande crescita per quanto riguarda la personalità, contro una squadra che si chiudeva benissimo. Una vera partita, insomma, che ci dà l’opportunità di guardare con fiducia ad una posizione migliore. Devo fare i miei complimenti a tutta la squadra. Sono contento per i ragazzi, e anche per i tifosi, che continuano a credere in questo gruppo».

Una partita che ha dimostrato che a molti di questi ragazzi può aver fatto bene un po’ di panchina. «No, si tratta di fare sempre ciò che l’allenatore vuole per il bene della squadra (...) Lamela, Bojan e gli altri giovani hanno ancora bisogno di imparare tantissimo, anche se sono già tutti giocatori di grande livello». Una buona prestazione, contro una squadra che non subiva gol da 270 minuti, mentre oggi ne ha incassati cinque. La riprova che, sotto l’aspetto offensivo, il gruppo dà buone garanzie, mentre manca un po’ in quello difensivo. Vedi il gol subìto. Un approccio sbagliato alla gara? «No. Oggi siamo partiti bene nei primi dieci minuti. Poi è normale che, se si va in svantaggio, ci sia un po’ di sbandamento. Ti alleni per tutta la settimana, e poi prendi un gol su un’azione così. Ma è il bello del calcio, dove non puoi controllare tutto. Ed è anche difficile valutare certe situazioni. Noi cerchiamo sempre di pressare da vicino, ma quando non succede, è spesso questione di frazioni di secondo. Senza contare che ci sono i giocatori avversari, che hanno qualità. Perché una cosa è la teoria, e una quello che vedono i giocatori in campo. Non sarà mai facile giocare contro una squadra che fa ripartenze come il Novara».

Gli arrivano gli apprezzamenti per le prestazioni di Gago e José Angel. «Penso soprattutto a "Cote", che ha fatto una partita di personalità, con grandissima voglia, rischiando sempre. Quanto a Gago, è un giocatore che tutti conosciamo e che dà sempre tanto. Ma vorrei ricordare anche Marquinho, o Perrotta, entrato in momento difficile ad aiutare la squadra». A proposito del brasiliano, giocando oggi da titolare ha mostrato certamente buone doti. (...) «Marquinho ha buonissima gamba, capacità di inserimento e un tiro potentissimo. E’ stato un buon acquisto nel mercato di gennaio. Ora è anche in un buon momento di forma ed è stato importante, per lui, aver fatto gol». Una classifica che si fa interessante e consente di puntare ancora al terzo posto. «Fino ad oggi non abbiamo avuto la giusta regolarità per salire più in alto. Ma ciò non vuol dire che non possiamo farlo. La partita contro il Lecce sarà per noi un’ottima prova. Così come lo saranno le due gare in casa contro Udinese e Fiorentina. E poi, quella a Torino. E con il Napoli. Dobbiamo crederci. Anche se dobbiamo migliorare tanto. Ogni giorno, ogni settimana, fino alla fine del campionato. Quest’anno siamo stati quasi sempre sesti. E se chi ci precede è così vicino, vuol dire che qualcosa di buono lo abbiamo fatto».

Sotto l’aspetto tattico, si è visto un Taddei più bloccato in difesa e un José Angel più portato a superare la metà campo. «Dipende da come si chiude la squadra avversaria, ma anche da tanti fattori. A volte si attacca di più a destra, a volte di più a sinistra. Contro una linea difensiva con cinque giocatori è sempre difficilissimo. Significa che, in fase di finalizzazione, ci sono sempre più avversari che giocatori della nostra squadra. Non succede solo a noi, ma a tutte le squadre del mondo».