(Il Romanista) Heinze, ti sei mai confrontato con Luis Enrique sull’organizzazione difensiva? Voi giocatori più esperti avete provato a convincere Luis che era sbagliato escludere De Rossi?
rassegna stampa roma
«Questo è un gruppo nobile nell’animo»
(Il Romanista) Heinze, ti sei mai confrontato con Luis Enrique sull’organizzazione difensiva? Voi giocatori più esperti avete provato a convincere Luis che era sbagliato escludere De Rossi?
Per quanto riguarda il primo punto mi piacerebbe sapere lei cosa intende per difesa o per organizzazione difensiva, perché una difesa non è composta solo dai difensori, ma da dieci calciatori che devono impegnarsi collettivamente per far funzionare la squadra. Per quanto riguarda i primi due gol a Bergamo, sono state situazioni in cui si è vista una superiorità dell’avversario, sono state più che altro giocate di contropiede in cui abbiamo commesso qualche errore, io in particolare me ne assumo tutta la responsabilità, del resto avevamo giocato altre partite in casa e avevamo giocato bene. In questa partita invece non è andata in questo modo ma secondo me non sono questi i prolemi. A me piace il calcio e ritengo che i problemi possano essere altri. Con Luis parlo di tutto, naturalmente rispettando i reciproci compiti, ovviamente gli parlo della difesa essendo un difensore, ma così come gli parlano gli altri miei colleghi di reparto. Tra noi esiste quello che è il normale rapporto tra un calciatore e un allenatore. Per quanto riguarda De Rossi, quello che avevo da dire l’ho detto nello spogliatoio o in un ufficio, per quello che è il mio modo di essere io parlo sempre in privato e con la massima riservatezza, non devo trasmettere nessun messaggio attraverso la stampa.
La società ti ha fatto un’offerta per il rinnovo di contratto o è una cosa automatica? Pensi di rimanere a Roma per un po’ di tempo? Non è successo ancora niente. Oggi questo non è il problema, non è né il mio obiettivo né quello della società. Mancano ancora tante partite. Sia io che la società oggi pensiamo soltato a fare bene le cose, siamo concentrati sulla prossima partita. I contratti hanno valore o acquisiscono importanza quando si concretizzano. Quello che viene detto prima o dopo lascia il tempo che trova.
Il derby è alle porte. È la partita che può ricucire la stagione? Credete al sogno Champions League? Una partita non salva una stagione. Ho avuto la fortuna di giocare molti derby, li ho vinti e li ho persi e non ho mai salvato o sprecato una stagione per una singola partita. Quello che conterà per salvare la stagione è il risultato finale al termine del campionato. L’importante sarà raggiungere gli obiettivi che si è posto il club e che noi ci siamo posti. Naturalmente il derby resta una partita speciale per tutti i motivi che sappiamo. Per la Champions, sono una persona che ha sempre preferito guardare una partita alla volta. Se mi chiedete in questo momento qual’è la classifica che occupa la Roma neanche lo so, quello che mi interessa sono le partite di fine stagione, che determineranno la posizione finale della squadra.
Lei è uno dei calciatori più esperti della rosa. Ha notato che la Roma manca di personalità nelle partite in trasferta? Come mai c’è questa differenza tra le partite in casa e in trasferta? Innanzitutto vorrei dire che se una squadra ha una personalità in casa, la dovrebbe avere necessariamente anche fuori. Va detto che questa è una squadra nuova che ha cambiato tanti calciatori, calciatori che hanno cambiato cultura, paese e tipo di calcio e adattarsi a tutto questo comporta del tempo. Se qualcuno tra voi questo non lo capisce mi dispiace, ma io che ho giocato tanto all’estero vi posso assicurare che è così e che è un fattore che influisce anche sul rendimento. Si è vero magari a questa squadra manca ancora un pò di personalità, ma non è soltanto questo: ci manca un qualcosina in termini di convinzione nel sapere di poter andare a vincere in tutti i campi, anche in trasferta ma quello arriverà con il lavoro e con il tempo.
Le è mai successo nella sua lunga carriera un caso come quello di De Rossi? No, è la prima volta che mi succede.
La Roma arriva destabilizzata al derby dopo quanto successo a Bergamo? Perché senza De Rossi la Roma ha diverse lacune, anche difensive? La risposta l’avrete domenica. Quello che posso assicurarvi e che io e il resto dei compagni lavoreremo al massimo per arrivare bene a questo derby. Poi avremo tutte le risposte alla fine della partita. Per quanto riguarda il discorso di De Rossi, abbiamo giocato bene anche senza di lui. Ovviamente è un giocatore importante, sul quale non mi dilungherò perché tutti lo conosciamo. Ma in ogni caso la sua assenza non può essere un alibi per una brutta prestazione.
Le due peggiori prestazioni della Roma in questa stagione sono state quelle di Firenze e Bergamo e in entrambi i casi c’erano stati provvedimenti disciplinari del tecnico. È solo un caso o il gruppo non riesce a metabolizzare certe decisioni dell’allenatore? Il calciatore professonista deve sapersi adeguare a quelle che sono le decisioni del mister, che in fin dei conti è quello che comanda. Non credo che le sue decisioni abbiamo determinato la prestazione negativa della squadra. Quello che è vero è che quando capitano situazioni del genere dovessero verificarsi, il gruppo deve essere in grado di reagire meglio. In ogni caso questo non può essere una scusa per una prestazione negativa.
È differente il regolamento della Roma da quello delle squadre in cui hai giocato? No, non credo. Sono stato in tanti club in cui non esisteva il ritiro né per le partite in casa né per quelle in trasferta e in club dove si andava in ritiro tre giorni prima della partita, ma non credo che questo influisca sul risultato o sul rendimento della squadra. Quello che conta davvero è la vita privata che conduce il calciatore professionista. Andare in ritiro tre giorni prima o non andarci proprio per quello che mi riguarda è uguale. Poi l’allenatore ha i suoi modi e li applica. Esistono cose positive o negative sia per quanto riguarda un sistema che per l’altro. Luis Enrique pone poche regole che però bisgona rispettare, poi sta al giocatore condurre una vita da calciatore professionista. Siamo nel 2012 e oggi bisogna essere più professionali che mai, viste anche le ripercussioni che ci sono.
La scelta della società di esternare le cose che avvengono all’interno può destabilizzare la squadra nel preparare le partite o nel rapportarsi con l’ambiente esterno? No. In questo gruppo, ed è bene che voi lo sappiate, non ci sono problemi di nessun genere. Purtroppo è anche difficile venirvelo a spiegare perché poi siete voi che scrivete e che commentate, ed è evidente che quando poi filtrano notizie all’esterno, che sono bugie in piena regola, è difficile venire qui a spiegare e giustificare quello che è successo. Io vi posso assicurare che non ci sono stati problemi né prima con Osvaldo né ora con De Rossi. Questo gruppo deve crescere, deve essere un gruppo importante, solido, che deve lavorare e pensare alla prossima partita. È un gruppo buono, con nobiltà d’animo e che adesso deve essere più unito che mai.
Perché per gli avversari è così facile mettervi in difficoltà? L’allenatore avversario fa il suo lavoro e fa di tutto per farci del male. Noi abbiamo un modo di giocare molto chiaro con il possesso di palla, vogliamo andare a prendere l’avversario nel suo campo. Il fatto di salvare la stagione, si vedrà a fine campionato quando i fatti sul tavolo parleranno da soli.
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