rassegna stampa roma

Lo studio del Professor Aurelio

(Il Romanista – D. Giannini) – ?Per cercare di ottenere consenso, occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire?.

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(Il Romanista - D. Giannini) - ?Per cercare di ottenere consenso, occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire?. Aurelio Andreazzoli applica alla difesa a zona uno dei capisaldi della sua filosofia di calcio, e forse anche di vita. ? una parte della tesi del Corso Master 98-99, sostenuto dal tecnico romanista per l?abilitazione ad allenatore professionista di Prima Categoria.

A pubblicarne ieri alcuni interessanti stralci - il lavoro consta complessivamente di 28 pagine - ? stata direttamente l?As Roma sul suo sito, in un articolo a firma del nostro ex redattore Tiziano Riccardi. Nella tesi, Andreazzoli tratta della ?difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva?. Il tecnico di Massa, ma ormai romano d?adozione, ne illustra i vantaggi. Cita la sua esperienza: su ?347 gare giocate, 8 reti incassate? in occasione di situazioni di gioco da fermo. ?Una palla inattiva - spiega - ha due possibilit? per entrare in rete dopo essere stata calciata: la prima direttamente senza che nessuno possa intervenire o abbia la possibilit? di farlo, la seconda dopo che, durante la sua traiettoria, qualcuno le imponga una deviazione. Ma in ogni caso il pallone (che ? uno solo) nella traiettoria che disegner? dal suo punto di partenza rispetto alla porta dovr? attraversare uno spazio. Tutto questo indipendentemente dal numero e dal comportamento degli avversari che non sono da sottovalutare, ma che non sono da porre neppure come primo problema da risolvere?.

L?ostacolo ? convincere la squadra a marcare a zona: ?Per cercare di ottenere consenso occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire. ? alla lavagna, in ambiente favorevole alla concentrazione, che si comincia ad evidenziare i principi verso i quali l?allenatore orienta le scelte, motivandoli, criticando gli aspetti negativi che li rendono inefficaci, puntualizzando quelli che li esaltano e, infine, chiedendo fiducia e tempo. Fiducia che si basa sulle esperienze vissute e tempo per verificare che i risultati derivanti dalle metodiche di allenamento prima e dalle gare poi dimostrino la loro bont??.

L?arma ? sempre la stessa: il dialogo. Non ? un punto di poco conto, dimostra che Andreazzoli ? sempre stato convinto della necessit? di instaurare un rapporto di fiducia con i suoi ragazzi. Ragionava cos? gi? nel 1999, quando forse avrebbe solo sognato di allenare un giorno la Roma e mai avrebbe pensato di essere etichettato da questa piazza come l?amico dei calciatori oppure - peggio - come un lasciapassare per l?anarchia. [...]

Esistono delle regole. ?Uno: tutti, partendo dalla propria posizione, si concentrano sulla ricerca della palla con movimento in avanti e in diagonale, senza indietreggiare ad esclusione (...). Due: ci si muove dopo che la palla ? partita. Rispetto delle posizioni di partenza e dei compiti assegnati. Tre: occorre evitare l?anticipo che risulta il ?pericolo numero uno?, con un attento lavoro sui tempi di gioco. Quattro: mai si ? fuori dal gioco e dai compiti assegnati fin quando il possesso non ? riconquistato oppure la palla non ? allontanata?.