(Il Romanista) - Quando si dice "la parola al campo". La prima conferenza stampa della Roma negli Stati Uniti si tiene direttamente sul terreno di gioco
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«Mostreremo a tutti il nostro lato migliore»
(Il Romanista) – Quando si dice “la parola al campo”. La prima conferenza stampa della Roma negli Stati Uniti si tiene direttamente sul terreno di gioco
, quello del Wrigley Field di Chicago, dove di solito i Cubs giocano a baseball ma che questa sera cambierà volto per ospitare l’amichevole dei giallorossi contro i polacchi dello Zaglebie Lubin. Come da buona tradizione zemaniana, però, prima la fatica (il primo allenamento americano, leggero se confrontato con i carichi di lavoro di Riscone) e poi le parole. Così quando la Roma ha finito di correre, ecco la prima conferenza stampa della tournée americana. Ai giornalisti si presentano in cinque, tutti in piedi e in abbigliamento informale: il capitanoFrancesco Totti, il direttore generale Franco Baldini, naturalmente Zdenek Zeman e poi i padroni di casa Mark Pannes e Michael Bradley, ultimo arrivato ma già capace di conquistarsi la simpatia del pubblico romanista.
PANNES: «Siamo molto eccitati di essere qui. Non c’è dubbio che i tifosi romanisti hanno la stessa passione che hanno i tifosi di qui. Questa è una occasione splendida. Domani (oggi, ndr) sarà un grande giorno: giocheremo contro una squadra polacca e qui c’è una comunità polacca molto forte. Speriamo di avere un grande riscontro di pubblico per questo match molto importante ».
BALDINI:«È un grande onore per noi essere qui, è una grande opportunità giocare in questo stadio. Vogliamo mostrare il nostro lato migliore: un team composto da grandi talenti internazionali giovani. Abbiamo qui con noi Michael Bradley, il nostro ultimo acquisto ed una leggenda del calcio italiano come Francesco Totti. Abbiamo anche il mister, famoso per la sua mentalità offensiva ».
BRADLEY: «La serie A è un campionato che unisce abilità tattica, giocatori di grande livello. Ogni squadra, dalla prima all’ultima è in grado di metterti in difficoltà ogni domenica. La passione della gente per il calcio è un fattore in più per questo grande campionato. Per me essere qui è speciale, giocare a Chicago al Wrigley Field è qualcosa di estremamente speciale. E’ la mia prima volta qui, non ho sono mai stato in questo stadio anche se ho vissuto a Chicago e sarà un grande pomeriggio per tutti. La struttura è molto bella e trasmette grandi emozioni: la squadra le ha avvertite appena è scesa in campo. La Roma? E’ la più grande opportunità della mia carriera: un club con la storia e la tradizione della Roma... Non c’era niente di meglio per me e darò tutto quello che ho per dimostrare ai compagni, al mister e ai tifosi quello che sono ».
TOTTI
E’ vero che stai meglio di 13 anni fa come ha detto Zeman? Ho corso tanto perché era l’ultimo giorno di ritiro ed ero contento! (ride) Il mister ha fatto una battuta, è normale stare meglio dopo 15 giorni di preparazione rispetto all’inizio. Ho cercato di mettermi a disposizione e ho fatto quello che potevo. Siamo ancora in fase di allestimento e c’è tempo prima dell’inizio del campionato. Sicuramente a metà agosto starò ancora meglio. Sul ruolo si vedrà, se dovessi giocare là mi adatterò come ho sempre fatto.
L’importante è giocare no? L’Italia in finale contro la Spagna sarebbe finita così se ci fossi stato tu? Forse non sarebbe arrivata nemmeno in finale se ci fossi stato io.
Hai vinto così tanto, cosa ti dà ancora motivazioni per lavorare con i giovani? La passione che ho e che cerco di mettere in ogni partita. Il calcio è divertimento, io mi diverto e cerco di fare divertire la gente. Finché sto bene fisicamente cerco di dare il mio contributo.
Molti tuoi colleghi sono arrivati a giocare in America. Hai mai pensato a un’esperienza qui a fine carriera? Gli americani ci sono! (ride) Adesso non ci penso, però ci ho pensato.
Anche abbastanza di recente? Sì
L’America cos’è, oltre al calcio? Un’altra cultura, un altro stile di vita. Quando vieni qua vedi un altro comportamento, altra gente. E’ differente, è impressionante.
Siamo in pieno mercato, si parla molto di Destro. Può diventare uno dei top player di cui parlavi tu a Riscone? Spero che possa arrivare, da quanto si legge, è un giovane promettente. Spero che a Roma possa fare bene, anche perché Siena e Roma sono due piazze ben differenti. Credo che si troverà a suo agio e lo metteremo nelle condizioni migliori per esprimersi al massimo. Stiamo parlando di un giocatore che non è ancora un giocatore della Roma. Spero, più che altro per lui, che possa diventare un top player in 2-3 anni.
ZEMAN
Anche Ibrahimovic se ne è andato. Il calcio italiano è in declino? Se ne sono andati via giocatori importanti, ma spero sia di aiuto per il calcio italiano: che arrivino giocatori giovani e motivati, che facciano crescere il calcio italiano.
Cosa ne pensa dell’arrivo della proprietà americana nel calcio italiano e nella Roma? Ora anche Bradley, un giocatore statunitense. Ne penso tutto il bene possibile, l’America è un grande paese, il più grande del mondo e può trasferire questo anche nel calcio. La nazionale americana ha fatto bene, sta facendo bene e mi auguro che anche il calcio americano possa crescere. Spero che la loro presenza ci aiuterà a crescere.
Ha cambiato radicalmente il metodo di allenamento di questa squadra, come hanno reagito i giocatori? Siamo a metà della preparazione ed è normale che i ragazzi, non essnedo abituati, abbiano sofferto. Nello sport bisogna imparare a soffrire e mi sta bene, sono contento di essere a questo punto a metà preparazione.
Si può vincere lo scudetto quest’anno? Si può (ride). Come ha trovato Castan e Tachtsidis? Quanti giocatori mancano per la rosa che vorrebbe lei? Li ho visti per la prima volta qui sul campo, è difficile giudicarli. Castan fino a due settimane fa giocava la finale della Libertadores, vuol dire che sta bene. Tachtsidis si è allenato a parte: lo scorso anno mi ha impressionato e spero mi darà soddisfazioni anche quest’anno.
Quanti giocatori mancano? Siamo 24, non è un problema di numero, bisogna capire se si può migliorare con giocatori migliori di quelli che ci sono. Ci sono le possibilità, ma bisogna vedere.
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