rassegna stampa roma

«Mister, per te giocherei in qualsiasi ruolo»

(Il Romanista – D.Galli) – «Francesco, da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari». «Mister, io gioco dove vuoi». Allievo e Maestro insieme. Di nuovo. Nella stessa squadra, per gli stessi colori, con la stessa voglia di...

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - «Francesco, da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari». «Mister, io gioco dove vuoi». Allievo e Maestro insieme. Di nuovo. Nella stessa squadra, per gli stessi colori, con la stessa voglia di tredici anni fa.

Totti e Zeman hanno pranzato assieme, per un’ora e mezza si sono scambiati pareri, impressioni, hanno parlato delle cose della vita e di quelle della Roma. Non di mercato, sembra. Perché Francesco non vuole influenzare le valutazioni del Maestro, il pensiero dell’allenatore che più di tutti (con Mazzone) ne ha apprezzato le doti umane, prima ancora che quelle professionali. Checco dello Scapicollo, Laurentina. È qui che si sono ritrovati il Boemo e il Capitano. Con loro c’era anche Vito Scala, l’inseparabile amico di Francesco, non solo il preparatore di fiducia. Il ristorante è sempre lo stesso, quello frequentato dalla Roma del passato e da quella del presente, da Spalletti come da Montella, come da Zeman. Niente menù straordinario, una semplice pasta con le vongole e un piatto di ciliegie. Francesco era appena tornato da Miami. Un periodo di vacanza che è servito a Totti per staccare quasi completamene la spina. Quasi, perché la Roma per Francesco è una passione e un onore, oltre che un lavoro: il Capitano si è tenuto costantemente informato sulle vicende romaniste, i movimenti di mercato, la conferenza del Maestro. E il Maestro ha voluto informarsi direttamente di quello che è accaduto nella passata stagione alla Roma dal suo figlio prediletto, tecnicamente parlando. «L’unico che Zeman farà giocare dove vuole, senza vincoli», commentava l’altro giorno al Romanista il capitano (romanista) del Pescara, Sansovini.

«Da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari», gli avrebbe detto il Boemo. Botte, falli,infortuni. Uno bruttissimo, l’entrata di Vanigli che ha rischiato quantomeno di far perdere al Campione il titolo mondiale. Ma a ogni caduta Francesco ha fatto coincidere una risalita, con quella tempra d’acciaio che solo i veri fuoriclasse possiedono. «Troppe botte dagli avversari». La battuta di Zeman fa pensare per Totti un ritorno al passato, a quel ruolo di esterno a sinistra nel fronte d’attacco che permise al Capitano di terminare il campionato nella stagione 97/98 per la prima volta in doppia cifra: 13 gol. Ma non è detto, perché il Capitano là davanti al centro dell’attacco è un’ira di Dio. Destra, centro, sinistra, a Francesco non importa. «Per te non avrei problemi a giocare in qualunque ruolo», ha risposto il Capitano. Stupirsi è da stupidi. Francesco non ha mai creato problemi nemmeno a Luis Enrique, immaginate all’allenatore-mentore. In ogni caso, il Boemo non ha certo bisogno di vedere all’opera Totti per capire dove Francesco rende meglio. Ogni decisione sarà presa però in ritiro a Riscone, quando Zeman avrà a disposizione tutta la rosa. Parco punte compreso. Francesco e Zdenek, amici sempre. Questione di feeling, roba di pelle, chiamatela empatia. Non è affatto la prima volta che pranzano insieme e ogni volta fa un sacco di rumore. Una foto, celebre, li ritrae al Foro Italico. È il 18 maggio 2001. Un mese meno un giorno alla conquista dello scudetto, a Roma-Parma 3- 1, ai caroselli impazziti. Sulla terra di Roma Francesca Schiavone batte la Petrova 7-5, 6-4. Totti e Zeman pranzano all’interno del villaggio. Il tennis è una passione comune. Due anni dopo, altro happening. Il 6 maggio, a torneo appena iniziato, sono insieme sugli spalti del Centrale. (...)