(Il Romanista - A. F. Ferrari) La Roma mette in campo il suo cuore. Ieri il direttore generale Mauro Baldissoni e il terzino giallorosso Federico Balzaretti hanno fatto visita ai bambini ricoverati nei reparti di oncologia e pediatria dell’ospedale Umberto I di Roma. Una visita in cui sono stati accompagnati dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell’ambito del progetto “Capitani coraggiosi”, che prevede una serie di incontri tra i bimbi malati e diversi loro testimonial e “idoli”. «Abbiamo la fortuna di fare un lavoro che ci permette di portare gioia anche a chi di gioie durante la giornata ne vive pochissime», le parole di Badissoni che poi ha aggiunto: «Con il ministro abbiamo fatto delle ipotesi su delle iniziative, attraverso la fondazione (Roma Cares, ndr) costituita quest’anno per volontà del presidente Pallotta che ha messo con i suoi fondi personali il patrimonio di dotazione iniziale della fondazione». Una fondazione (sponsorizzata sulle maglie giallorosse per tutta la stagione) su cui la Roma ha lavorato e lavorerà tanto: «Cercheremo – ha concluoso il dirigente giallorosso a Roma Channel -, insieme al Ministero della Salute e gli altri enti locali, di affiancare tutti i progetti di questa comunità. In città la maggior parte dei bambini tifa Roma.
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L’etica della nostra Roma
(Il Romanista – A. F. Ferrari) La Roma mette in campo il suo cuore. Ieri il direttore generale Mauro Baldissoni e il terzino giallorosso Federico Balzaretti hanno fatto visita ai bambini ricoverati nei reparti di oncologia e pediatria...
Sono comunque tutti importanti e l’importante è stato regalargli una gioia». Un augurio di “cooperazione” che ha condiviso anche la Lorenzin: «È stata una bellissima giornata. Questi sono dei momenti di gioia per dei bambini che anche se sono malati sono sempre bambini… Ringrazio la Roma calcio, speriamo di continuare insieme e portare avanti questo tipo di iniziative. Spesso sottovalutiamo l’importanza di piccoli gesti che però possono portare gioia in chi soffre». Anche perché, come ha spiegato il ministro, «un bambino malato oncologico è un bambino che si trova, suo malgrado, ad affrontare un percorso di vita, prima che di cura, che lo allontanerà dal suo mondo di sogni, di fantasie e di spensieratezza e lo avvicinerà a una realtà difficile, nella quale se è ricoverato si dovrà confrontare anche con la limitazione della libertà». Una situazione molto difficile quindi in cui è «fondamentale che intorno a lui si producano situazioni ottimali, oltre che mediche, di attenzione, di empatia e sostegno psicologico che diano fiducia e forza e che possano contribuire emotivamente al percorso di cura». Insomma, quello che si è prefissato il progetto “Capitani coraggiosi”: «Con questo progetto da un lato daremo un contributo in tal senso e dall’altro ci servirà per raccogliere feedback dai pazienti ed avere informazioni per noi importanti per altre iniziative a loro rivolte».
Dopo il giro delle stanze di pediatria e pediatria oncologica, durato circa due ore e in cui Baldissoni e Balzaretti hanno donato ai bimbi ricoverati vari gadget tra cui magliette e cappellini, il terzino giallorosso ci ha tenuto a precisare: «Oggi sono in veste ufficiale ma tanti di noi vengono spesso in questi reparti anche senza dare notizia». Vero. Il terzino, per esempio, è molto attivo nel sociale con iniziative di cui spesso non si è saputo nulla. «Il calcio – ha proseguito Federico – deve essere veicolo per dare gioia a questi bambini. Diamo cinque minuti di gioia e trasmettiamo un messaggio positivo alle loro famiglie». Il giallorosso ha poi raccontato il suo incontro con i bimbi: «Ho chiesto a quelli della Roma se erano contenti di questo nostro campionato ed ho cercato di far cambiare squadra a chi non lo era…», ha scherzato. Infine, qualche battuta sul calcio “giocato”: «È stata una stagione fantastica, impressionante per il posto d’arrivo e poi per i record stabiliti. Il codice etico di Prandelli? Non rispondo, lascio la responsabilità a Prandelli, lo ha deciso lui visto che è il capo. I miei amici che vanno al mondiale spero che ci regalino delle belle soddisfazioni, ora sono all’esame finale. Il mondiale in Brasile è il Mondiale per eccellenza. Mi dispiace non esserci e di non aver lottato per il posto ». Un amarezza che però ieri è stata messa da parte anche perché infinitamente inferiore a quella che stanno provando tanti bimbi malati. Bambini che ieri hanno conosciuto il cuore della Roma.
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