(Il Romanista - F.Cassini) -Quasi più occasioni che minuti giocati a Catania, dove la Roma era scesa in campo per provare a tornare con tre punti dal finale in differita della gara sospesa per pioggia tre settimane fa.
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«Ce l’abbiamo messa tutta»
(Il Romanista – F.Cassini) – Quasi più occasioni che minuti giocati a Catania, dove la Roma era scesa in campo per provare a tornare con tre punti dal finale in differita della gara sospesa per pioggia tre settimane fa.
Non è bastato a cambiare il risultato, rimasto fermo sull’1-1, ma a vedere una bella partita sì, peccato sia durata mezz’ora appena: «A me piacerebbe che le partite durassero centottanta minuti – esordisce Luis Enrique ai microfoni di Sky -. Così il ritmo è pazzesco. Entrambe le squadre volevano vincere e si è visto, perché la partita è stata trepidante, ma io preferirei gare che alla fine premiano chi fa meglio le cose. Abbiamo avuto una grande opportunità con Borini e una grande parata del portiere. Come ci siamo preparati a una gara da trenta minuti? Come al solito, anche se il ritmo era più alto, non c’era bisogno di preparare la gara in modo diverso dal solito». Una trasferta che non cambia la classifica della Roma, il terzo posto è ancora lontano sei punti, ma raggiungerlo non è impossibile, almeno per la squadra vista contro l’Inter: «La classifica è importante all’ultima giornata – dice il tecnico -. Allora dovremo guardarla per vedere cosa abbiamo fatto. Vedremo se riusciremo ad avere la regolarità di cui stiamo parlando. Vedo la squadra migliorare ogni giorno, poi gli sbagli ci possono stare, ma sono normali nell’arco di una stagione. Non siamo stati regolari, guardare la classifica va bene, ma è importante farlo alla fine della stagione, se la squadra continua a migliorare come sta facendo, andrà ancora meglio». (...)
A Catania si è visto il tridente più giovane d’Italia, con Borini, Lamela e Piscitella che facevano cinquantasette anni in tre, ma anche un centrocampo in cui Greco è stato preferito a Simplicio per affiancare Gago e Pjanic: «Ma io non cambierei niente – assicura il tecnico - perché l’impegno c’era e ho visto l’atteggiamento giusto da parte dei calciatori. Siamo andati vicinissimi alla vittoria. Una partita così era difficile da giocare, ma sono soddisfatto. Ora dobbiamo pensare a Siena». Gli chiedono un commento sulle parole di Tare che ha definito quello della Roma «un progetto non vincente, esaltato dalla stampa»: «Tare chi?» fa Luis Enrique e quando gli spiegano che si tratta del direttore sportivo della Lazio si limita a un distaccato «ho tante cose da pensare riguardo alla Roma per preoccuparmi della Lazio». Infine una battuta su De Rossi, che nella conferenza stampa dopo il rinnovo del contratto ha parlato di Luis Enrique come del suo allenatore più importante: «Mi ha fatto piacere sentire quelle parole da una persona che lavora con me ogni giorno. Ma commetto ancora degli errori e devo migliorare anch’io». (...)
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