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«Andremo lontano. E io non intendo mollare»

(Il Romanista) – «Lavoro duro, continuerò a farlo e non mollerò».

Redazione

(Il Romanista) - «Lavoro duro, continuerò a farlo e non mollerò».

Così Luis Enrique risponde a chi gli chiede se il nuovo progetto della Roma sia gia finito. Alla vigilia della trasferta di Palermo, il tecnico giallorosso è tornato a parlare del suo futuro e ha dato l’impressione, anzi la certezza, che il suo presente e soprattutto il suo futuro saranno a Roma. «Ho parlato una settimana fa di questo - ha aggiunto a Trigoria - ho detto quello che ho detto e sono un uomo di parola, non voglio più tornarci. Se resto fino al 2013? Al minimo. La mia firma ha detto questo, ma chissà magari dovrete sopportarmi anche per 4-5 anni. Quando la società penserà che non sono la persona giusta, allora quello sarà il mio ultimo giorno. Ma finché la società e i tifosi mi danno loro fiducia, nonostante le difficoltà, io sarò felicissimo di stare al mio posto, anche se al momento non sono felicissimo per i risultati». [...]

Questa è stata una settimana calda per via del ko nel derby. Cosa rappresenta per lei la partita col Palermo?

Rappresenta il presente della squadra dopo una settimana sul piano mentale difficile per i calciatori. Dobbiamo recuperare dopo una sconfitta anche se sarà difficile perché il Palermo in casa sta facendo benissimo. Sarà una partita dura.

Cosa risponde a chi dice che il progetto è fallito e i tifosi delusi?

Questa è una cosa che dite voi. Il giorno che sono arrivato qui avevo capito che, come succede sempre nel calcio professionistico, ci sarebbero state delle difficoltà. E ho fatto ogni settimana sempre lo stesso, lavorare e mettermi a disposizione della squadra facendo quello che penso sia meglio per loro. E così continuerò a fare. Continuerò. E non mollerò.

Sabatini ha detto che lei avrebbe preferito vincere il derby anche giocando male. È vero? E sarà sempre così?

Io preferisco vincere sempre, in qualsiasi modo. Ma sono convinto che per vincere sia meglio farlo sapendo perché si vince. Poi, e succede in qualsiasi partita non solo per il derby, si può vincere anche giocando male. Per me non è un problema Ma ripeto: è molto meglio giocare bene e sapere perché si è vinto. L’importante è giocare bene. Penso che solo così si possa vincere di più. Questo è il mio pensiero, rispetto sempre chi la pensa diversamente ma io la penso così.

Le ha dato fastidio che sia uscita questa cosa visto che lei dice sempre che dovrebbe restare tutto nello spogliatoio?

Di quello che dico ai calciatori nello spogliatoio, o del rapporto con i calciatori, non parlo mai. Se i dirigenti, Baldini, Sabatini, Fenucci dicono qualcosa non è un problema, ho un grandissimo rapporto con loro, ho una relazione più che buona con loro. E sono convinto che così andremo lontano, è molto difficile dirlo adesso ma io lo dico.

La società e i tifosi le stanno dando ancora fiducia. Lei si sente pronto a garantire che resterà anche il prossimo anno?

Non mi interessa quello, mi interessa il Palermo, mi interessa recuperare la squadra, mi interessa che arrivino i buoni risultati perché quello che facciamo è per dare soddisfazioni al tifo, a questo tifo fedele al massimo, che è sempre con noi. Ho già parlato una settimana fa di questo e non voglio ripetere ogni settimana quello che ho detto. Ho detto quello e sono un uomo di parola. Due settimane fa l’ho detto e non lo ritorno a dire. Non speculo.

Rimarrà fino al 2013?

Come minimo... Forse sarò qua per altri 4-5 anni e dovrete sopportarmi. Questa è la mia parola e c’è anche la mia firma. E lo farò felicissimo.

Indipendentemente dai risultati?

Nel calcio non si sa mai. Dipendiamo sempre dai risultati. Il giorno in cui la società, o la maggioranza dei tifosi, penseranno che non sono la persona giusta, quel giorno sarà tutto finito. Ma se tutto continua così, con delle difficoltà perché è normale visto che non arrivano i risultati, io rimarrò al mio posto. E sarò felicissimo. Felicissimo ma non dei risultati.

Cosa si aspetta dalle prossime 12 giornate? Valuterà chi può rimanere alla Roma? È giusta o drastica come cosa?

Non è né drastico né giusto. Quello lo sanno i giocatori e l’esame per loro è ogni giorno, in allenamento e in partita. Nessuno si può rilassare, né l’allenatore né i calciatori, e nessuno lo sta facendo. La prossima partita è sempre la più importante e io mi aspetto sempre il meglio. Io spero di vincere a Palermo e non sarà facile. Quando finisce il campionato valuteremo tutto, vedremo dove siamo arrivati, se avremo fatto prestazioni ottime o no. Come al solito, io so che quello che mi va a giudicare sono i risultati, quello lo so dal primo giorno. Ma la prossima partita è l’unica che mi interessa.

In settimana la società ha fatto mea culpa sul mercato di gennaio. Lei si sente qualche responsabilità?

No, ho molta fiducia in Walter e Franco, loro sanno cosa è importante. A gennaio sapevano che non avevamo fretta, questa estate invece c’era stata fretta. Sono contentissimo di quel che ha fatto la società, ma non ho nessun rimprovero da fare alla società, anzi l’inverso. Io mi prendo la mia responsabilità e continuo a pensare che siamo una buona squadra e che possiamo fare ancora meglio.

Emergenza in difesa e in attacco...

Non c’è nessuna emergenza, né in difesa né in attacco. Siamo una squadra e non sono preoccupato. Mi dispiace per i calciatori di un certo livello, per tutti i calciatori, perché è sempre brutto essere infortunato, ma per la squadra gioca qualcun altro. Non sono preoccupato. Siamo tantissimi, abbiamo anche i ragazzi della Primavera. Si è discusso delle difficoltà della Roma quando perde palla e resta in inferiorità numerica.

Crede ancora che la sua idea di calcio sia adattabile al calcio italiano?

Come no, nell’italiano, nel francese, nel tedesco. Sono convinto di questo. Certo che dobbiamo migliorare degli errori, certo che in alcuni momenti siamo distratti, ma quando facciamo bene quel calcio, e lo abbiamo fatto in qualche partita, diventa un altro discorso. E quella è responsabilità mia, migliorare gli errori. Ma sono convinto che la mia sia una buona idea di calcio.

Dopo il derby un giocatore importante ha detto che servono non solo giovani a questa squadra ma anche giocatori di esperienza. Se non dovessero arrivare lei farebbe un passo indietro?

Un passo indietro mai. Io non faccio differenza tra giovani e meno giovani. Con la società vogliamo fare una squadra forte e si farà o cercheremo di farla. Ma la responsabilità non è di anziani o giovani, ma della squadra. L’esperienza si fa ogni giorno, ogni partita. Nessuno nasce con l’esperienza acquisita. Per me non è un problema, a me piacciono i giocatori bravi, tutti possono essere bravi, a 35 anni come Francesco Totti e Simone Perrotta, come Daniele De Rossi che ne ha 29, o come Piscitella, Viviani o un altro. Non mi interessa l’età. Certo che in alcune partite l’esperienza può essere importante, ma per me è più importante la qualità.

Dopo 14 anni si è perso 2 volte il derby e dopo 16 anni la Roma rischia di non andare in Europa. In quel caso si potrebbe parlare di fallimento?

Ognuno può dire la sua, io mi aspetto che non succeda questa ipotesi.

Come valuta il Palermo di Mutti, così altalenante, che vince 5-0 in casa con la Lazio e poi perde 4-0 con il Milan?

E’ una partita difficile perché è una squadra che in casa ha dei numeri incredibili. E’ una squadra forte che pensa a ripartire bene ma ha anche grande qualità nelle punte. Ma è una partita ottima per noi perché è difficile e potrebbe essere un punto di flessione. Loro fanno ripartenze di gran livello, hanno calciatori importanti come Budan, Miccoli, Ilicic. Sarà una prova interessante, difficilissima, e voglio vedere come riusciamo a combattere le loro armi.