(Il Romanista - C.Zucchelli) È letteralmente nel paese delle meraviglie. Perché è a Disneyland Parigi insieme alla fidanzata Sofia che, dopo qualche mese di distanza, lo ha di nuovo raggiunto. E chissà che non sia anche questo uno dei motivi della partita che Erik Lamela ha giocato domenica contro l’Atalanta.
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Lamela nel paese delle meraviglie
(Il Romanista – C.Zucchelli) È letteralmente nel paese delle meraviglie. Perché è a Disneyland Parigi insieme alla fidanzata Sofia che, dopo qualche mese di distanza, lo ha di nuovo raggiunto.
«Così lo volevamo, anche se può fare ancora meglio », il commento da Trigoria dove, tra la questione De Rossi e chi più ne ha più ne metta, si godono almeno la prestazione positiva dell’argentino che si diverte e rilassa nel parco giochi della capitale francese. Aveva bisogno di una prestazione convincente come quella di domenica e ne aveva bisogno la Roma, che spera che Lamela entri ancora di più, e prima possibile, negli schemi di Zeman. Ama ancora troppo ricevere il pallone sui piedi e gli inserimenti non sono ancora quelli tipici degli attaccanti esterni del boemo, ma la corsa c’è, la voglia di sacrificarsi pure (splendido il suo recupero del pallone a un passo dalla porta romanista nel secondo tempo della partita contro l’Atalanta) e l’intesa coi compagni idem.
Il gol di domenica è stato l’ultima cosa, non fosse altro perché il merito al 99% è di Francesco Totti. Lamela ha ringraziato ed esultato, scaricando sotto la Sud tutta la sua rabbia per un periodo che non è semplice. Zeman con lui non è mai stato tenero, tanto a Trigoria in allenamento quanto in sala stampa: «Non ha ancora ben capito quello che deve fare», «non vede la porta», i rimproveri più frequenti di Zeman a Erik, il quale ha continuato a lavorare, ad allenarsi con impegno, a rivedersi le partite per capire gli errori e a chiedere consigli a chi gli è accanto. Le critiche lo hanno ferito ma, al contrario dello scorso anno, ha cercato di non buttarsi giù e di isolarsi il più possibile. Molti compagni gli sono stati vicino.
Con Osvaldo il rapporto è croce e delizia: ogni tanto si mandano a quel paese - e a Torino lo hanno fatto in campo nel primo tempo e la scena è stata pure ripresa dalle telecamere - ma poi si chiariscono dopo qualche minuto e stanno spesso insieme e Dani riempie di consigli l’attaccante più giovane ogni volta che può. Stesso discorso per quanto riguarda Nicolas Burdisso, che con Lamela condivide spesso anche serate fuori dal campo. Erik cena spesso a casa del difensore, la sua famiglia lo ha un po’adottato, non è raro vederli insieme anche quando gli allenamenti sono finiti. E nei momenti più difficili è sempre accanto a lui. Adesso però non è più tempo di consigli e parole, è tempo di agire.
Lamela è soltanto all’inizio del suo percorso tattico con Zeman, troppe cose devono ancora essere messe a posto, troppo c’è ancora da lavorare. Ma l’atteggiamento, finalmente, è quello giusto. E per la Roma questa è un’ottima notizia considerando anche che, senza nazionale, Erik avrà a disposizione altre due settimane per lavorare a tu per tu con Zeman.
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