rassegna stampa roma

Il primo Zeman non si scorda mai

(Il Romanista – M.Izzi) Ho davanti agli occhi le vecchie telefoto dell’Ansa relative al raduno di Trigoria del 14 luglio 1997, il primo dell’era Zeman. Mostrano i giocatori, con Gautieri che si sbellica dalle risate, fuggire a passo di...

Redazione

(Il Romanista - M.Izzi) Ho davanti agli occhi le vecchie telefoto dell’Ansa relative al raduno di Trigoria del 14 luglio 1997, il primo dell’era Zeman. Mostrano i giocatori, con Gautieri che si sbellica dalle risate, fuggire a passo di carica dalla festosa invasione fatta dai tifosi.

Quel giorno al “Fulvio Bernardini” si erano presentati in settemila, forse di più, un autentico esercito che aveva mandato in tilt il traffico e l’intera Trigoria. I tifosi più giovani non si erano trattenuti e superate barriere e le reti di recinzione si erano catapultati alla ricerca di un festoso abbraccio con la squadra. Tra i più divertiti c’è anche Francesco Totti, appena ribattezzato da Nils Liedholm: «Una leggenda ». Quel giorno Francesco sfoderava una casacca numero “20” (...), sfrecciando tra i tifosi e ridendo a più non posso nel vedere Balbo battere in ritirata addirittura in mutande. Sempre in quel primo giorno, si consuma una storica conferenza stampa a tre (Liedholm, Sensi, Zeman), c’è poi anche lo spazio per la presentazione ufficiale delle nuove maglie. Fatto questo, ecco la partenza da Fiumicino. L’approdo è a Vienna, con Konsel che diventa subito padrone di casa (...), poi la comitiva si trasferisce a Kapfenberg, un paesotto della Stiria a 500 metri d’altitudine, con i giocatori ansiosi di confrontarsi con i carichi di lavoro di Mister Zeman. E naturalmente con le nuove regole. Tutti i giorni due sedute di allenamento (9:30 e 17:30) e prima settimana dedicata al “Wash Out”, una dieta disintossicante a base di patate e verdura, con l’abolizione tassativa delle bevande gassate. La “cura” che serve a far volare la squadra si articola poi con il “percorso di guerra” tra boschi e prati. Si tratta di dieci chilometri suddivisi in tre blocchi. Delvecchio è il più brillante, Zeman segue tutto e tutti in sella alla sua bicicletta ipertecnologica. A Francesco, ed è un segnale importante anche questo, dopo il “20” adottato estemporaneamente il giorno del raduno, Zeman consegna la maglia numero 10: è il 18 luglio 1997. Alla fine tra ripetute, scatti e trotto, si percorrono all’incirca 200 Km di corsa.

Ci sono poi i leggendari gradoni dell’Alpenstadion quelli che continueranno ad essere evocati negli anni a venire come simbolo e feticcio di un’intera filosofia di intendere il calcio. L’etica del lavoro di Zeman è tutta in quelle immagini che raffigurano i calciatori romanisti, appesantiti da giubbotti di piombo dal peso di 22 Kg, faticare con ordine e impegno. Il percorso campestre da dieci chilometri viene invece ripetuto nei primi quattro giorni. In un’ occasione, Di Biagio e Balbo, evidentemente stremati dalla fatica, sbagliano strada. (...). Tra le facce più stravolte, c’è quella del giovanissimo Helguera, i giornalisti sono incuriositi dalla sua etichetta di erede di Guardiola, lui timido ma disponibile risponde: «L’eredità di Guardiola me l’ha data la critica. Devo imparare tanto da lui, ma per ora segno già qualche gol di testa, mentre lui non ci riesce spesso». All’anima del carattere. Dopo i gradoni, Zeman, come un martello, non molla la presa, scende sul terreno di gioco e con una corda delimita una porzione di prato. E’ in quello spazio che i calciatori sono chiamati a misurarsi in una specie di partitella a palla a mano in cui in realtà, l’obiettivo è quello di liberarsi dalla marcatura dell’avversario, mettendosi in condizione di ricevere il passaggio dal compagno. Quando anche questo esercizio termina, la truppa, con le gambe che ormai ballano, fa il suo rientro nelle stanze dello Sport Hotel. Luigi Di Biagio, veterano del Foggia di Zeman raccoglie l’invito a parlare con un sorriso: «Normale amministrazione», è il suo commento, che volutamente lascia a bocca aperta i compagni. Ad un cronista de La Repubblica che gli chiede quale sarà la filosofia di gioco della sua Roma, il tecnico risponde perentorio: « Ovunque ho allenato i tifosi hanno mostrato di gradire il tipo di gioco prodotto dalla mia squadra. Un gioco divertente, spettacolare. Ho intenzione di non cambiare abitudini, ora che sono alla Roma ».

La prima sgambata di allenamento arriverà il 20 luglio con una selezione della Stiria concludendosi sull’8-1. Il debutto in campionato, contro l’Empoli è invece del 31 agosto, un 3-1 in trasferta con la Roma che corre a 1000 e costruisce 15 azioni da rete. Il Messaggero titola: “Roma, uno spettacolo”, Il Tempo: “La Roma c’è, distrutto l’Empoli”, La Repubblica: “Balbo si scatena a Zeman non basta”, La Gazzetta dello Sport: “Zeman dà subito lezioni di zona”. La Zemanlandia giallorossa era nata.