(Il Romanista - M.Macedonio) - «Una stella in mezzo a un gruppo di astri nascenti» dice Massimo Ghini, parlando di Francesco Totti, all’indomani della prestazione offerta dalla squadra a San Siro, e prima ancora dal suo capitano. «È in una forma splendida – sostiene l’attore romano. – E sono contento di aver visto in campo undici ragazzi, compreso lui. Che oggi fa il fratello maggiore in un gruppo in cui i più giovani corrono e danno l’anima. Così come corre e dà l’anima anche lui. A dimostrazione che si sta divertendo. Che è poi ciò che gli chiediamo, oggi, sopra ogni cosa. Perché se Francesco, in questo momento, ha motivazioni e voglia di regalarci una stagione – meglio ancora se più di una – ad altissimo livello, ne siamo solo che felici. Lo guardavo domenica sera: correva come non gli succedeva da tempo e questo mi fa capire quanto creda nel progetto. Me lo sarei baciato, il capitano, per la purezza cristallina della sua classe. Mi piace che si stia divertendo, perché è un po’ come quando mi capita di lavorare con giovani attori, bravi, con i quali mi trovo subito in sintonia. Vorrei però anche - se vogliamo davvero aiutare questa squadra - che non si continuasse a dire che questa dipende solo dalle sue capacità. Francesco è Francesco e su questo non si discute. Lo dico, per non essere equivocato, proprio perché lui è un grande campione, che deve giocare oggi solo con la voglia di farlo, senza sentirsi caricato di responsabilità, come accadeva un tempo. Aggiungo di essere tra i fortunati che potranno dire "io c’ero, e l’ho seguita per intero, la Roma di Totti". [...]
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«Il Capitano sta dando l’esempio»
(Il Romanista – M.Macedonio) – «Una stella in mezzo a un gruppo di astri nascenti» dice Massimo Ghini, parlando di Francesco Totti, all’indomani della prestazione offerta dalla squadra a San Siro, e prima ancora dal suo capitano.
«Straordinaria» ribadisce Lando Fiorini, a proposito della prova di Francesco. «L’avevo detto in anteprima, che l’Elettricista avrebbe di nuovo acceso la luce in campo. Perché è ancora “er mejo de tutti”. Anche dal punto di vista atletico. L’ho visto rincorrere gli avversari come non gli accadeva da tempo. E la vedo molto bene, tutta la “faccenda”. L’ho detto anche dopo il pareggio con il Catania. Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma anche in quel caso già si intravedevano cose buone. E man mano che si metteranno a posto tutti i meccanismi, andrà sempre meglio. Mi piace la scelta di puntare sui giovani, come è sempre stato per Zeman. Quanto a Francesco, vedo che oggi non fa più solo l’elettricista, come l’ho sempre chiamato io, ma anche il… facchino. Domenica ha fatto di tutto: dal terzino al trequartista, dall’esterno alla punta. Dovrebbero fargli un monumento, fuori dell’Olimpico.[...]».
«Che dire? Senza parole» il commento di Massimo Wertmuller. «A parte gli scherzi, non pensavo che molto potesse dipendere dagli schemi di gioco e dall’allenatore. Ma, nel caso di Francesco, così come di tutta la squadra, credo che una maggiore libertà nei movimenti e un gioco più votato all’attacco sta dando contraccolpi positivi: tra questi, ci metto anche che Totti si è dimagrito e corre di più. E soprattutto gli piace correre di più. Credo che proprio il nuovo ruolo che si è ritagliato, o gli ha ritagliato Zeman, abbia influito sulle sue prestazioni. A dimostrazione che il valore di un tecnico è anche nel suo rapporto con lo spogliatoio e nella capacità di ridisegnare ruoli e moduli di gioco. Sto con i piedi per terra e allora il punto è: ci sarà costanza in tutto questo? Ai posteri… Spero insomma che sia l’inizio di un percorso e non una vittoria frutto di casualità. [...]».
«Quando è felice lui, sono felice anch’io» dice Flavio Insinna, nell’esprimere il proprio pensiero sul momento magico attraversato da Francesco Totti. «Perché avendolo incontrato più volte, e parlo della persona perbene che è, sono felice per lui. Mi dispiace invece, come fosse per un amico, quando lo vedo inutilmente contestato e so che si rabbuia. Mi piace anche vedere con quale facilità, che è poi quella dei grandi, riesca a dimostrare in assoluta scioltezza quanto abbia ancora da dire. Come succede per i capolavori letterari. Lessi una volta, non mi ricordo chi lo avesse scritto, che i veri capolavori non smettono mai di dire quello che hanno da dire. Ecco, mi viene da affiancare quell’immagine a Totti. Che difficilmente smetterà di dire quello che ha da dire. Nella testa, nei piedi, nel cuore. Francesco è come i grandi classici. E’ come rileggere “I Promessi Sposi”: c’è sempre una cosa in più da scoprire».
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