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I ragazzi sono in giro. Sognando il ritorno

(Il Romanista – V.Meta) L’ultimo scudetto Allievi prima di Piscitella e Caprari l’ha vinto Marco Amelia, mentre il capitano degli ultimi Giovanissimi campioni d’Italia prima di Scardina era Alberto Aquilani.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) L’ultimo scudetto Allievi prima di Piscitella e Caprari l’ha vinto Marco Amelia, mentre il capitano degli ultimi Giovanissimi campioni d’Italia prima di Scardina era Alberto Aquilani.

Se mezza Serie A schiera almeno un giocatore cresciuto nel settore giovanile della Roma non può essere un caso. A Trigoria con i ragazzi ci sanno fare, e per i tanti che oggi vestono altre maglie e tornano all’Olimpico da avversari, ce ne sono tanti altri che invece potrebbero essere la Roma di domani. Il tesoro giallorosso non è solo la Primavera, è anche quello disseminato fra i campionati di A, B e Lega Pro, dove giocano in tutto quindici giocatori (più due all’estero) di proprietà della Roma.

La formula è sempre la stessa: chi è più pronto (e ha un contratto) va a fare esperienza con i professionisti, dopo un paio di stagioni si tirano le somme e si decide se confermarlo o meno. C’è chi per trovare spazio nella Roma non ha avuto bisogno di andare via (Totti, De Rossi, il prossimo potrebbe essere Viviani), chi ci ha messo poco a farsi richiamare alla base (Aquilani) e chi come Rosi e Greco ha invece fatto un lungo giro prima di tornare a Trigoria.

Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: «Se sei bravo, prima o poi ce la fai». Per ultimi l’hanno ripetuto Antei e Frascatore, campioni d’Italia con la Primavera e oggi in prestito in B l’uno e il Lega Pro l’altro. Quando sono in giro, i ragazzi possono andare incontro ad alterne fortune: chiedere a Bertolacci quante partite avrebbe potuto giocare l’anno scorso nel Lecce se invece che in prestito fosse stato in comproprietà.

Chiedere al Grosseto come hanno fatto a tenere fuori per un’intera stagione uno come Crescenzi, che due mesi dopo essere passato al Crotone era titolare in Under 21. Il futuro non si costruisce soltanto sui campi del Bernardini, ma anche a Crotone, Bari, Verona, Benevento. Alessandro Florenzi ha segnato il suo primo gol da professionista meno di tre mesi dopo aver festeggiato lo scudetto da capitano: di quella Roma era l’unico ’91 insieme a Mladen, avrebbe potuto andare via a gennaio, è rimasto e se oggi è titolare nell’Under 21 è anche per la scelta azzeccata di non affrettare i tempi. D’altra parte, come Alberto De Rossi non si stanca di ripetere, «il senso del lavoro del settore giovanile non è vincere i trofei, ma portare in prima squadra quanti più giocatori possibile».

Negli ultimi anni ci sono riusciti piuttosto bene, anche se la stagione record per gli esordi resta la 2004/05, l’annus horribilis dei cinque cambi di allenatore: Scurto, De Martino, Curci, Virga, Briotti, Marsili, Greco, Rosi.

Luis Enrique è già a quota tre fra campionato ed Europa League e la sensazione è che non sia finita qui. Intanto, lontano da Trigoria c’è una Roma che cresce. Nell’Under 21 vittoriosa sulla Turchia in ottobre c’erano tre romanisti nell’undici titolare (Crescenzi, Antei e Florenzi, gli ultimi due arrivati in azzurro soltanto lo scorso anno), il quarto, Bertolacci, è entrato nella ripresa, il quinto, D’Alessandro, era in tribuna. Giocano tutti lontano da Roma, ma con in testa solo la Roma e la voglia di convincere Sabatini a riportarli alla base. Tranne Florenzi e D’Alessandro, hanno fatto tutti il ritiro con Luis Enrique prima di prendere la via del prestito, ma da Trigoria continuano a seguirli. All’Olimpico non si è visto solo l’assist di Piscitella per Bojan, ma anche lo splendido gol di Bertolacci quando è tornato da avversario nello stadio in cui sognava di esordire e anche se faceva un po’ rabbia, la Roma stava vincendo anche così, subendo una rete da uno dei suoi ragazzi migliori.

 

DIFESACrecsenzi e Antei due certezze Due stagioni fa la Primavera chiuse il campionato senza arrivare alle fasi finali (per colpa del Chievo di Tallo), ma la sua difesa era la migliore d’Italia. Sono in tutto 9 i giocatori del reparto difensivo che la Roma ha mandato a giocare in giro per l’Italia e l’Europa, di cui due sono portieri. La certezza è Alessandro Crescenzi, terzino classe ’91 che può giocare su entrambe le fasce e che a 17 anni fece innamorare Spalletti. Primo giocatore del vivaio a esordire in A (fermando Cassano a Genova contro la Samp) dopo Okaka, è al suo terzo anno di prestito: dopo l’ottima stagione nel Crotone e il ritiro di Riscone è finito a al Bari, dove è un insostituibile. Titolare in Under 21 da un anno e mezzo (...)

A Riscone c’era anche Luca Antei, centrale classe ’92 che fino a tre stagioni fa giocava nei dilettanti del Tor di Quinto. Portato in prima squadra da Montella, si è conquistato la stima di Luis Enrique giocando una grandissima fase finale con la Primavera: sembrava dovesse restare, l’ultimo giorno di mercato è passato in prestito al Grosseto, di cui è presto diventato un titolare. Al suo primo anno di Primavera giocava accanto ad Alessandro Malomo, 21 anni ad aprile, al suo secondo anno di prestito. Nell’Albinoleffe ha giocato 6 partite, tutte dal primo minuto. Completava la difesa meno battuta d’Italia Simone Sini, classe e personalità tali da convincere De Canio a farlo esordire in A a 18 anni contro il Milan a San Siro nella prima dello scorso campionato. Nel Lecce si è fermato a 2 presenze, quest’anno ha cominciato la stagione al Bari, dove ha trovato poco spazio e a gennaio è passato al Livorno, con cui ha esordito da titolare una settimana fa. Scuola Tor di Quinto come Antei e Sini, Paolo Frascatore è stato fra i protagonisti dello scudetto Primavera, ma in prima squadra si era affacciato già con Ranieri per un’amichevole estiva: è diventato titolare in Lega Pro nel Benevento il 4 dicembre e da allora non è più uscito. In Lega Pro gioca anche Valerio Frasca, portiere classe ’91 che detiene ancora il record europeo d’imbattibilità: tornato titolare dopo due stagioni difficili, oggi è tornato a volare fra i pali della Pro Patria. E poi ci sono i romanisti di Romania, Sebastian Mladen e Alex Pena: il primo ha all’attivo 10 presenze nel Chindia Targovista (serie B), il secondo, classe ’90, ne ha raccolte 7 in A con la Dinamo Bucarest. Chiude il conto dei difensori il terzino sinistro Guglielmo Amendola, classe ’93: la Roma lo ha ceduto in prestito ai dilettanti del Palestrina in cui è titolare.

CENTROCAMPO Florenzi a Crotone fa anche gol Non solo De Rossi e Aquilani. La scuola dei centrocampisti di Trigoria si rigenera di anno in anno, da Greco a Verre. Oggi i centrocampisti in giro per l’Italia sono quattro e tutti del ’91: due anni fa giocavano tutti insieme in Primavera, ora si dividono fra Serie B e Lega Pro. Il più precoce è Andrea Bertolacci, quello del successo storico del Lecce sulla Juve al Via del Mare: passato in prestito nell’allora squadra di De Canio a gennaio 2010, ha esordito in A nello scorso campionato, che ha chiuso con 9 presenze e 3 gol, di cui due all’Udinese che non ne subiva da due mesi. Dopo il ritiro si Riscone è tornato al Lecce in comproprietà e ha giocato 13 partite in A, la migliore delle quali proprio all’Olimpico contro la Roma, in cui ha segnato uno splendido gol. La sorpresa è però Alessandro Florenzi, protagonista di un campionato eccezionale al suo primo anno di prestito in B. Sorpresa per l’impatto che ha avuto su una categoria in cui sembra muoversi come a casa sua, non certo per le qualità tecniche: nel Crotone ha giocato 20 partite, di fatto ha saltato solo quelle che coincidevano con gli impegni dell’Under 21 (è titolare anche lì) e una per squalifica. Cinque i gol segnati fin qui, di cui due di testa, quasi un inedito per lui che non è un gigante. A fare le sue fortune la disponibilità con cui si è adattato a fare il terzino destro. La stessa duttilità che nell’ultimo anno di Primavera aveva portato addirittura in nazionale Enrico Citro. L’anno scorso ha chiuso la sua prima stagione fra i professionisti con 18 presenze in Lega Pro nella Cavese (poi fallita), quest’anno ci ha riprovato ad Avellino, a gennaio è passato al Latina (dove ha ritrovato l’ex romanista Cafiero, che marcò un quindicenne Borini nella Primavera del Bologna) in cui ha esordito con un gol. Insieme a Florenzi, le notizie migliori dalla B arrivano da Adrian Stoian, romeno di Craiova che Spalletti fece esordire all’Olimpico contro la Juve nel 2009. Dopo una buona stagione nel Pescara, è diventato il jolly di Torrente nel Bari, in cui si è conquistato un posto da titolare partendo neanche dalla tribuna, ma dalla Primavera: 15 presenze, 4 gol e un riscatto già fissato a quattrocentomila euro per riportarlo a Roma.

ATTACCO D'Alessandro il più esperto L’ultimo a partire, Gianluca Caprari, dovrà rimandare ancora l’esordio in B, visto che la neve ha costretto al rinvio di Pescara-Juve Stabia, me nell’ultimo turno di campionato fra B e Lega Pro gli altri quattro attaccanti di scuola Roma hanno giocato tutti almeno una manciata di minuti. Il più esperto è Marco D’Alessandro, uno dei più celebri passaggi dalla Lazio alla Roma, con cui ha esordito in A appena diciottenne con Spalletti che lo mandò in campo all’Olimpico contro la Juventus: al primo affondo stava già per fare gol a Buffon, questione di centimetri. Al suo terzo anno di prestito, l’ex ala della Primavera ha giocato 20 partite nel Verona fra campionato e Coppa Italia e realizzato due gol. L’ultimo proprio all’Olimpico contro la Lazio, cui fino all’ultimo ha rischiato di negare la qualificazione ai quarti. Il ragazzo che ha ereditato la sua maglia numero sette in Primavera è Stefano Pettinari, classe ’92, esordiente in prima squadra con Ranieri che lo fece giocare non ancora diciottenne in Europe League contro il Levski Sofia nel dicembre 2009. Anche lui è riuscito a esordire all’Olimpico, ma contro l’Udinese, unica presenza nella massima serie: la seconda sarebbe arrivata l’anno scorso a Genova, ma la Roma si fece rimontare fino al 4-3 e con Montella non ha avuto spazio. Nel Crotone, alla seconda stagione in prestito in B, ha giocato 13 partite e segnato due gol. A Sofia con lui c’era anche Filippo Scardina, 20 anni tra due settimane, che quella sera riuscì anche a segnare. Devastante in Primavera, ha pagato un po’ il salto nel calcio dei grandi chiudendo la prima annata lontano da Roma con 15 presenze ma nessun gol nel Como.

Quest’anno ci ha riprovato in Lega Pro nel Viareggio, con cui ha giocato 22 partite (è in assoluto l’attaccante che ha giocato di più fra i prestiti) e segnato anche il primo gol da professionista. E poi c’è l’eroe dello scudetto, Mattia Montini. L’autore della tripletta che ha regalato il tricolore alla Primavera, passato in prestito al Benevento insieme a Frascatore, è stato fermo per tutta la prima parte della stagione a causa di un infortunio al ginocchio, ma da quando è tornato ha giocato cinque partite e segnato un gol, il primo fra i professionisti.