(Il Romanista - V.Meta) -Tre gol nelle ultime quattro partite di campionato, di cui due segnati in meno di mezz’ora e buoni a ribaltare il risultato al Rigamonti di Brescia e prendersi di forza le luci della ribalta nel campionato di Serie B, lui che la stagione nel Bari l’aveva cominciata non in panchina, ma addirittura in Primavera.
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Gol e show, tutto il resto è Stoian
(Il Romanista – V.Meta) – Tre gol nelle ultime quattro partite di campionato, di cui due segnati in meno di mezz’ora e buoni a ribaltare il risultato al Rigamonti di Brescia e prendersi di forza le luci della ribalta nel campionato...
Più che un’ascesa, quella di Adrian Stoian sembra una rincorsa: a un posto in prima squadra, a una maglia da titolare e magari anche un ritorno a Roma due anni due anni e mezzo dopo l’esordio all’Olimpico con la Juve. Sono settimane intense per il non ancora ventunenne centrocampista di Torrente, protagonista dell’exploit che fra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 l’ha portato a una celebrità inaspettata quanto meritata. A Bari c’è chi sogna possa trascinare i biancorossi nella scalata ai playoff, al momento lontani tre punti appena, lui si gode il momento con equilibrio e aspetta la prossima partita senza pressioni. Da Trigoria lo seguono con attenzione, anche perché dopo la doppietta che ha steso il Brescia e la grande prova due settimane fa a Gubbio di lui hanno cominciato ad accorgersi anche fuori da Bari, dove i tifosi già chiedono alla società di riscattarlo - il prezzo è già fissato, per prendersi l’altra metà del cartellino, ancora di proprietà della Roma, serviranno trecentomila euro -, ma se continuerà come sta facendo sarà difficile che non si facciano avanti i club di A: «Ma io devo ancora crescere» si schermiva Stoian a chi gli chiedeva se a Brescia avesse giocato la sua miglior partita. Una crescita cominciata lo scorso anno a Pescara con Di Francesco (con cui ha segnato il suo primo gol fra i professionisti), nella prima stagione lontano da Roma dopo i diciotto mesi passati in Primvera e relativo squarcio di prima squadra con Spalletti.
Che il ragazzo avesse qualità importanti se n’erano accorti dal primo momento che è arrivato a Trigoria, prima Alberto De Rossi che l’ha fatto esordire in Primavera nel 2008, poi anche Luciano Spalletti, che gli regala il debutto inA contro la Juventus, in una notte da incubo per la Roma e da sogno per l’allora diciottenne centrocampista romeno. Cresciuto in una zona popolare di Craiova e cresciuto calcisticamente nella scuola di Gica Popescu, è arrivato a Roma proprio grazie al canale privilegiato instaurato con l’ex difensore della Romania (oltre a Stoian, a Trigoria sono passati anche Pena, Mladen e il ’93 Popescu, in gol in Coppa Italia con il Cesena la scorsa settimana). Estroso, imprevedibile, Adrian colpisce per velocità e tecnica: De Rossi lo faceva giocare trequartista, con Torrente sta facendo anche l’attaccante esterno, di sicuro quando ha la palla difficilmente viene fuori qualcosa di banale. Piuttosto il suo limite era la continuità nell’arco dei novanta minuti: «Potrò essere contento quando giocherò un’intera partita con la stessa intensità» ha detto dopo la gara con il Brescia. Ci è riuscito sabato a Varese, quando è arrivato anche il terzo gol stagionale in campionato. D’altra parte, se leggenda vuole che il suo biglietto da visita sia stato un tunnel a Totti in allenamento, da lui è lecito aspettarsi di tutto.
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