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Gli ex votano: Zeman o Montella

(Il Romanista – M.Macedonio) Tra notizie vere e notizie false, voci, rumours, indiscrezioni e depistaggi, l’affaire “allenatore della Roma” si fa sempre più intricato.

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) Tra notizie vere e notizie false, voci, rumours, indiscrezioni e depistaggi, l’affaire “allenatore della Roma” si fa sempre più intricato.

Un dilemma che sembra essere di non facile soluzione, per la dirigenza giallorossa, e anche motivo di apprensione per tanta parte della tifoseria. Hanno invece le idee chiare, anche se spesso in contrasto tra loro, alcuni tra gli ex giocatori giallorossi. «Non ho dubbi – dice Roberto Scarnecchia – Non può essere altri che Zeman. Non dobbiamo neanche starci a pensare. Perché è un allenatore competente e che conosce bene la piazza. Uno che fa giocare veramente al calcio, come dovrebbe essere in una squadra come la Roma e in una città come Roma. Per me, è la scelta migliore, avendo vinto anche quest’anno. Aggiungo che mi dispiace, perché è un bravo ragazzo e certamente si farà, ma Luis Enrique ha dimostrato di non essere da Roma. E a fronte di un progetto che guardava lontano, l’averlo scelto è stato come fare una falsa partenza. E a quel punto, come in Formula 1, non è facile recuperare. Archiviato Luis Enrique, ribadisco che la mia prima scelta è il boemo. Le obiezioni sulla sua fase difensiva? Posso capirle, ma dico anche che non ci sono allenatori perfetti. Il lavoro sui “gradoni”? La rosa della Roma ha qualche “vecchio”, ma soprattutto giovani. E oggi, gli allenamenti tra “vecchi” e giovani sono assolutamente differenziati. Finché si fa tecnica o tattica, il gruppo deve essere unito, ma negli esercizi atletici, il giovane va trattato diversamente.

E Zeman, dai giovani della Roma, può tirare fuori il massimo. Con il recupero di Burdisso, poi, vedo anche meno problemi dietro. Quanto agli altri nomi: Villas Boas assolutamente no, Bielsa non credo che verrebbe così facilmente, mentre Montella temo che apparirebbe come un passo indietro. Non aveva esperienza lo scorso anno? Forse. Ma allora, Luis Enrique che veniva dalla cantera? La società dovrebbe riconoscere di aver sbagliato – ma non lo farà – o almeno giustificare la sua scelta con la maturazione avuta in un anno. E ci può stare. Perché Vincenzo sarebbe certamente una valida alternativa a Zeman».

«Se è ancora in corsa Montella – dice invece Ruggiero Rizzitelli - sceglierei sicuramente lui. Perché è uno che conosce altrettanto bene la piazza e, soprattutto, ha dimostrato quest’anno di saper far bene a Catania. Capisco che un anno fa potessero esserci ancora dei punti interrogativi su di lui, avendo preso la squadra in corsa, pur non avendo demeritato. Ma, dopo un anno, sia sul piano del gioco che dei risultati, Montella ha fatto capire di avere le carte in regola per allenare la Roma. Se invece la società avesse rinunciato in via definitiva a lui, allora opterei per Bielsa. Dei quattro di cui si fa il nome è, a mio parere, quello con la maggiore esperienza, anche internazionale. Uno che sa lavorare bene sui giovani, e in questo senso rappresenterebbe l’ideale. Il dubbio è se sia così facile farlo venire via dalla Spagna. Sinceramente, non credo. Quanto a Villas Boas, sono scettico, perché al Chelsea sono venuti fuori alcuni suoi limiti, su tutti l’aver messo da parte alcuni giocatori. E abbiamo visto dove sia arrivato senza di loro. Zeman? Capisco che crei euforia nella piazza, ma si tratta di capire se troverebbe a Roma gli elementi adatti al suo gioco. Soprattutto tra i senatori. Perché sappiamo quanto sia impegnativo il lavoro che lui propone alla squadra. E poi, un conto è vederlo in una piccola piazza e un conto a Roma. Va bene il bel gioco e il divertimento, ma se poi non arrivano i risultati…».

«La mia preferenza in assoluto è Zeman – dice dal canto suoMaurizio Iorio – Perché è un allenatore che mi piace da impazzire. A cui deve però essere data un’opportunità sacrosanta, come era stata data a Luis Enrique. Ovvero, poter lavorare con tutta la pazienza che si richiede in questi casi. Dico Zeman anche perché avrebbe la possibilità di lavorare con dei giovani. La Roma ha iniziato questo progetto, ha investito anche denari “pesanti” su questo gruppo, e lui è davvero un maestro per una rosa di questo tipo. Oltretutto, ha la piazza dalla sua parte, e già questo è un grande vantaggio. Aggiungo che se la Roma ha puntato lo scorso anno su Luis Enrique, che non aveva alcuna esperienza internazionale, credo che dubbi di questo genere non dovrebbero neanche esistere riguardo a Zeman. Montella, è sicuramente il secondo della mia lista: mi piace molto, anche perché conosce bene l’ambiente, mentre gli altri due, Bielsa e Villas Boas, sarebbero dei punti di domanda, né più e né meno di Luis Enrique. E con loro, sarebbe come ripartire da capo».

Più “ecumenico”, infine, Ciccio Graziani: «Io credo nella voglia di rivincita di Vincenzo Montella. Quest’anno mi è piaciuto molto, anche se a volte lo vorrei un pochino più battagliero e aggressivo, in panchina. Scelgo lui perché è romanista, ha giocato in questa squadra, conosce la città e ha voglia di crescere. Potrebbe essere un’occasione importante, per lui. Senza le coppe, poi, avrebbe la possibilità di fare un buon lavoro. E sarei contento per lui. Gli altri nomi sono comunque di allenatori bravi: Villas Boas non è andato bene al Chelsea, ma è a mio parere uno dei più preparati oggi in Europa. Due anni fa ha fatto un capolavoro con il Porto.

E poi, conosce il calcio italiano, essendo stato il secondo di Mourinho all’Inter, un’esperienza che non può non arricchirti. Quanto a Bielsa, è anche lui tra i migliori in assoluto, oggi. Ma pensare che possa lasciare la Spagna per venire alla Roma, mi sembra difficile. L’alternativa vera e importante potrebbe essere Zeman. Quest’anno, quando mi volevo divertire, guardavo il Pescara. Perché ha giocato un calcio meraviglioso: una squadra partita per salvarsi e che ha vinto il campionato! Mi piace il suo gioco propositivo, anche se credo che sia migliorato anche nella fase difensiva. Ma bisogna che ci si sbrighi, perché sennò si resta a piedi…»