(Il Romanista - C.Zucchelli) Basta parlare di favole, basta parlare di ragazzino, basta parlare di giovane sorpresa. Serve chiamare le cose col proprio nome. Serve chiarezza. Serve dire che Alessandro Florenzi non è più l’ex capitano della Primavera campione d’Italia, non è più la sorpresa del Crotone in serie B, non è più uno dei giovani che può dare una mano a Zeman. No.
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Florenzi: «Emozione immensa»
(Il Romanista – C.Zucchelli) Basta parlare di favole, basta parlare di ragazzino, basta parlare di giovane sorpresa.
Alessandro Florenzi è ormai un giocatore pronto, uno da serie A, uno che debutta dal primo minuto a San Siro contro l’Inter e non solo segna un gol tanto bello quanto pesante, ma gioca per 90 minuti con una personalità rara, anzi rarissima, per un ragazzo di 21 anni. Lui si gode il suo momento di gloria e racconta: «Segnare è stata un’emozione fortissima per me e per tutta la squadra. Sono molto contento, io cerco sempre di farmi trovare pronto poi è l’allenatore che deve decidere quando farmi giocare e quando no». Parole che magari per qualcuno possono essere retoriche. E invece non lo sono. Sono le parole di un ragazzo che resta coi piedi per terra: «Non so dove possiamo arrivare, dobbiamo vedere come siamo messi a marzo e poi ne possiamo riparlare. Noi dobbiamo pensare a vincerle tutte, a cominciare da Roma-Bologna». Non parlerà più invece di quell’occasione nel secondo tempo sciupata davanti a Castellazzi probabilmente per stanchezza: «Mi sono messo le mani nei capelli - ammette - è stato sicuramente un errore ».
Da un goleador a un altro. Marquinho è entrato nel primo tempo al posto di De Rossi. In molti si aspettavano Pjanic, comunque non al meglio, e invece è entrato il brasiliano che ha riscattato la brutta prova contro il Catania: «Zeman mi ha dato una bella opportunità e io l’ho sfruttata bene - spiega - Ne ho approfittato". Il brasiliano ha segnato il terzo gol, quello della sicurezza, un sinistro dalla linea di fondo tanto bello quanto difficile: «È stata una bella rete ma anche fortunata. Ho provato a sorprendere il portiere e è andata nel migliore dei modi». Il brasiliano non si aspettava di essere determinante: «Era difficile entrare, ma tutti i calciatori che vanno in panchina devono essere concentrati perché il mister può puntare su di loro». Calciatore universale, Marquinho ammette di preferire «il centrocampo perché per me è più facile giocare in quella posizione. L’importante però è fare bene. Il momento del gol, il primo dell’anno, è stato bellissimo». Per lui, per i compagni in campo, per quelli in panchina ma anche per tutti i tifosi della Roma che ormai da 9 mesi hanno imparato a conoscere questo brasiliano arrivato tra lo scetticismo generale e capace di meritarsi la conferma.
Più conosciuto è invece Castan. Fresco campione del Sudamerica con il Corinthians, al Meazza ha messo in mostra sicurezza e personalità. E a fine partita ha esultato così su Twitter: «Molto felice per questa vittoria in casa dell’Inter».
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