(Il Romanista - C.Zucchelli) Un inizio da incubo. Come altre volte. Ma, al contrario delle altre volte, una reazione da incorniciare, finalmente da grande squadra. La Roma torna a vincere dopo 5 anni in casa del Genoa e lo fa con un risultato, 4-2, figlio di 25 minuti disastrosi e 70, al contrario, su livelli prima buoni e poi ottimi.
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Finalmente Zemanlandia
(Il Romanista – C.Zucchelli) Un inizio da incubo. Come altre volte.
Il secondo successo di fila in campionato porta la firma, indiscutibilmente, del maestro Totti (l’altro, Zeman, è in panchina), che segna il gol che riapre la partita ma, soprattutto, corre, corre, corre e poi fa il regista, l’attaccante, l’esterno, il terzino e persino la mezzala. Nei tre punti di Marassi ci sono anche Osvaldo (doppietta decisiva, 5 gol in 4 partite di campionato per lui, ottavo stagionale), Piris finalmente convincente, Stekelenburg che salva il risultato sia sul 2-0 che sul 2-1, Marquinhos e Castan, che sbagliano sui gol ma poi si riscattano non facendo più toccare un pallone agli attaccanti del Genoa, e anche De Rossi, che parte sottotono ma conclude in crescendo.
E questa, per la Roma, non può che essere una buona notizia in vista di un mini ciclo che vedrà arrivare domenica all’Olimpico l’Udinese, poi trasferta infrasettimanale di Parma, Palermo in casa e derby. L’inizio della Roma è. come detto, da incubo. Come con l’Atalanta, come con la Juventus, i giallorossi entrano in campo passeggiando e il Genoa, che invece inizia su ritmi altissimi, ne approfitta. Il vantaggio, al 7’, è firmato da Kucka che con un destro al volo da 25 metri - su assist di tacco di Borriello che anticipa Castan - batte Stekelenburg senza problemi. La Roma non sembra pervenuta e al quarto d’ora arriva il raddoppio del Genoa: Jankovic, dopo un passaggio sbagliato di Marquinhos, prende prima la traversa e poi, libero di fare quel che vuole nell’area della Roma, approfitta di una dormita di Castan e batte ancora il portiere olandese. La Roma è in bambola, al 19’ Borriello potrebbe chiudere i conti ma tira addosso a Stekelenburg che coi piedi manda in angolo.
È la scossa che serviva: il Genoa abbassa i ritmi, la Roma si sveglia. Lamela serve Osvaldo che di testa colpisce male, poi Florenzi in scivolata manda alto e al 27’ serve un’intuizione di Totti a prendere per mano la Roma. Assist di testa di Piris, il Capitano controlla e di destro batte Frey. Gol numero 217 in serie A, secondo stagionale, terzo posto in solitaria nella classifica marcatori di tutti i tempi in A. Totti non esulta, la partita va recuperata e la Roma inizia a crederci, ma prima Florenzi e poi Lamela non riescono ad impensierire il portiere francese. Il Genoa, a parte un tiro di Jorquera - super parata di Stekelenburg - non si fa più vedere nell’area giallorossa e al 44’ arriva il pareggio con Osvaldo che di destro al volo sfrutta un assist di Piris, bravissimo a recuperare sulla linea di fondo un illuminato passaggio filtrante di Totti. Dopo la dedica con maglietta dell’attaccante alla mamma (in Argentina si festeggiava ieri) Orsato manda tutti negli spogliatoi. Si riparte con gli stessi 22 in campo.
E con la stessa Roma che ha chiuso il primo tempo. Osvaldo, dopo 10’, chiude i conti. Florenzi batte un calcio d’angolo, il pallone è preciso sulla testa dell’attaccante che salta in mezzo a quattro difensori del Genoa e mette il pallone all’angolino dove Frey non può arrivare. La Roma domina in ogni dove, il Genoa non si fa più vedere e quando rimane in 10 perché Borriello si fa male a una caviglia e De Canio ha esaurito i cambi, amministra solo il risultato con un Totti in stato di grazia - prima vittoria per lui a Marassi contro il Genoa - con Pjanic e Bradley in campo (fuori Florenzi per crampi e Osvaldo) e con Lamela che cerca, e trova, la gloria personale al 38’ con un sinistro a giro che non lascia scampo a Frey.
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