(Il Romanista-V.Meta)È ancora Atalanta-Roma per Federico Ricci. Letteralmente: a meno di quarantotto ore dal felice esordio in Serie A, il giovane attaccante oggi torna in campo a Bergamo contro i nerazzurri, questa volta dal primo minuto. Gli psicologi la chiamerebbero coazione a ripetere, il calendario ottavi di Coppa Italia Primavera, gara unica a Zingonia contro i vice campioni d’Italia, troppo delicata per rinunciare a uno come lui. Così, dopo aver passato la serata a rispondere a decine di messaggi di congratulazioni, ieri Ricci non si è nemmeno potuto concedere una dormita fino a tardi, visto che alle 9.30 era atteso a Trigoria per il raduno della Primavera e alle 15 era nuovamente in treno, direzione Bergamo.
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Federico Ricci da Bergamo a… Bergamo
(Il Romanista-V.Meta)È ancora Atalanta-Roma per Federico Ricci. Letteralmente: a meno di quarantotto ore dal felice esordio in Serie A, il giovane attaccante oggi torna in campo a Bergamo contro i nerazzurri, questa volta dal primo minuto.
In mezzo una notte passata a realizzare che sì, era proprio tutto vero: esordire in A a diciannove anni subentrando a tre minuti dal 90’ con la squadra in svantaggio, toccare la palla quanto basta per mandare in porta Gervinho e assistere da pochi passi al pareggio dell’ultimo minuto.
Non ha sbagliato niente, Federico, nonostante più di qualcuno quando ha visto Garcia richiamare dal riscaldamento lui e non Destro si sia chiesto quale divinità pregare. Anche perché quando i telecronisti hanno annunciato che "esce Florenzi, al suo posto Ricci", la domanda più frequente è stata "quale?": Federico non gliene vorrà, ma fra i tifosi della Roma ce ne sono tanti che ancora fanno confusione fra lui e il gemello Matteo, che Luis Enrique si era portato in prima squadra quand’era ancora minorenne.
Ieri, mentre Federico realizzava il sogno di entrambi, Matteo era in campo dall’altro capo d’Italia, a Lecce con il Grosseto, dove gioca in prestito da quest’estate. Bruno Conti li aveva pescati nel Morena quando avevano dieci anni su segnalazione di Roberto Muzzi, che poi avrebbero ritrovato a Trigoria. Arrivarono insieme, eppure insieme non hanno giocato praticamente mai, perché durante tutta la trafila nelle giovanili, quando giocava uno, l’altro faceva panchina.
Solo per rimanere a tempi relativamente recenti, è stato così nei Giovanissimi Nazionali (Matteo in campo, Federico in panchina), negli Allievi Nazionali (Federico titolare, Matteo no, almeno fino alle finali scudetto) e in Primavera, quando Matteo era il regista e il leader della squadra, mentre Federico faticava a trovare spazio. D’altra parte, il trucco per non confonderli c’è e a svelarlo è stato Andrea Stramaccioni, che li allenava ai tempi degli Allievi: «È facile, basta prendere il pallone». Destro Matteo, mancino Federico, non ci si sbaglia.
Sembrava dovesse restare a fare il fuoriquota in Primavera, invece Rudi Garcia dopo esserselo portato a Riscone e negli Stati Uniti non l’ha più lasciato andare. Con De Rossi ha giocato solo contro la Fiorentina a fine agosto e di recente contro Livorno e Latina, appena due giorni prima di un esordio in A che non si aspettava nessuno, nemmeno lui. Attaccante esterno rapido e dal dribbling facile, Federico nella sua carriera ha sempre giocato all’ala nel tridente o sulla trequarti e lì l’ha messo anche Garcia, non prima di avergli raccomandato di giocare semplice.
Lui ha rispettato le consegne e le cronache dicono che a tre minuti dal suo ingresso in campo la Roma ha pareggiato. Gli allenatori se le ricordano, queste cose.
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