(Il Romanista - C. Zucchelli) - Un primo tempo pessimo, come d’altronde tutta la squadra. Una ripresa migliore, almeno finché è stato in campo. Croce e delizia della Roma, Erik Lamela. Piedi, anzi piede, quello sinistro, immacolato. Un dribbling secco e bruciante, che costringe gli avversari - domenica, Marchese - a stenderlo tirandogli la maglietta. Ma anche poca cattiveria sotto porta. Gli ultimi dieci metri non sembrano roba per lui. Non è un goleador, non lo è mai stato. E lo paga. Così come paga il fatto di avere a vent’anni pochissima dimestichezza con una squadra organizzata, dove sono gli schemi a farla da padrone. Quando era il ragazzino più forte del River la soluzione di gioco era sempre la stessa: palla a lui, trequartista libero di inventare, e via. Nella sua prima Roma, quella di Luis Enrique, ha giocato quasi sempre ma si è perso nella confusione di tattica di una squadra che da gennaio in poi si è persa. E lui lo ha patito più di tutti: pochi gol, poche giocate decisive, tanto nervosismo. Troppo. Quest’anno con Zeman il feeling non è ancora sbocciato: ottimo nei test atletici, ma fuori dal gioco del boemo. L’allenatore non si è fatto pregare, lo ha detto e ribadito: «Ancora non ha ben capito quello che deve fare». Il tecnico cerca di pungolare l’argentino, cerca di tirargli fuori quella grinta che uno come lui deve avere. Uno col suo talento non si deve accontentare di avere il pallone tra i piedi. Deve giocare con e per la squadra. Zeman già gliel’ha detto, la società gli sta accanto perché vuole che capisca le direttive del tecnico ma vuole anche che il ragazzo non si abbatta. A vent’anni le emozioni fanno su e giù. E quando i concorrenti in attacco sono tanti e tutti forti c’è il rischio di patire troppo la pressione. Domenica ha giocato dall’inizio, a Milano il rischio che parta dalla panchina c’è ed è anche concreto. Indipendentemente da quello che succederà col mercato (Bojan sarà ancora un giocatore della Roma a San Siro?) Erik non ha il posto assicurato. Anzi. Ci sono Osvaldo - dopo la partita di domenica Zeman non ci pensa proprio a toglierlo - , Destro, che torna a disposizione dopo la squalifica ed è pronto a debuttare dal primo minuto e Nico Lopez, che nei 10 minuti avuti contro il Catania ha dimostrato di vedere, e tanto, la porta. E poi c’è Totti: la caviglia gli fa ancora male, ieri per lui nessuna visita, oggi pomeriggio, quando la Roma riprenderà ad allenarsi si farà il punto della situazione anche se per il Meazza sarà a disposizione, poi deciderà Zeman. C’è una settimana di tempo per scegliere. C’è una settimana di tempo per vedere se a Lamela verrà concessa l’occasione del riscatto. A lui il compito, anzi il dovere, di mettere in difficoltà Zeman. Fin da subito. La Roma lo aspetta e ha anche rifiutato un’offerta importante, i tifosi pure, ma è arrivato il momento di cambiare marcia.
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E ora Lamela deve maturare
(Il Romanista – C. Zucchelli) – Un primo tempo pessimo, come d’altronde tutta la squadra.
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