rassegna stampa roma

E Liedholm disse: «Con lui quella Coppa…»

(Il Romanista-F.Bovaio) Quando scompare qualcuno si dice sempre che era una brava persona. Per Aldo Maldera è il caso di affermarlo ancora più forte,

Redazione

(Il Romanista-F.Bovaio)Quando scompare qualcuno si dice sempre che era una brava persona. Per Aldo Maldera è il caso di affermarlo ancora più forte, perché lo era davvero, non per frase fatta.(...) Tra costoro c’era ovviamente Nils Liedholm, che lo ebbe con sé nel Milan dal 1977 al 1979 e che lo rivolle fortemente in squadra anche nella Roma, propiziando il suo acquisto nell’estate dell’82 nonostante in molti gli ricordassero la carta d’identità non più verdissima del terzino milanese. Ma lui, certo della bontà di quest’ultimo sia in campo che fuori, convinse il presidente Viola a prenderlo, approfittando del venir meno della fiducia del Milan nelle sue prestazioni dopo ben 227 gare di campionato e 30 gol. Anni dopo, parlando con il mister svedese a proposito della Roma con cui vinse lo scudetto dell’82-83, quest’ultimo ci disse delle parole meravigliose proprio su Maldera, che oggi, saputa la tragica notizia della sua scomparsa, abbiamo voluto riportarvi per ricordarlo proprio così come ce lo descrisse il Barone. «Lo feci acquistare perché lo avevo avuto con me al Milan nelle due stagioni che si conclusero con la conquista del decimo scudetto, quello della stella - ci disse Liedholm - In quella squadra Maldera era un ottimo terzino sinistro fluidificante, fortissimo anche in zona gol, tanto che fece diciannove reti in due campionati, nove nel primo e dieci nel secondo. Nella mia Roma, invece, gli chiesi di stare molto più attento in copertura, visto che a spingere era soprattutto Nela, sull’altra fascia. Maldera, ormai molto esperto, eseguì alla lettera le mie raccomandazioni tattiche, garantendoci così un costante equilibrio difensivo e alla fine, anche quelli che non avevano capito l’importanza del suo acquisto, dovettero ricredersi, perché lui, da serio professionista qual era, dimostrò di essere utilissimo alla squadra nonostante l’età. L’anno dopo fu grande il rammarico di non averlo potuto schierare nella finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, che dovette saltare in quanto squalificato per quella maledetta ammonizione rimediata nella semifinale di ritorno con il Dundee. Un cartellino giallo che ci privò di un uomo importante in campo e di uno dei cinque rigoristi, visto che nel Milan era il titolare di ogni tiro dal dischetto».