rassegna stampa roma

«Disobbedienza inaccettabile»

(Il Romanista – F.Cassini) – È l’amarezza il sentimento prevalente nei commenti dello 0-3 a tavolino inflitto al Cagliari dopo il rinvio della gara con la Roma disposto dalla Prefettura

Redazione

(Il Romanista - F.Cassini)- È l’amarezza il sentimento prevalente nei commenti dello 0-3 a tavolino inflitto al Cagliari dopo il rinvio della gara con la Roma disposto dalla Prefettura in seguito al comunicato con cui il presidente Massimo Cellino invitava i tifosi a recarsi allo stadio nonostante le porte chiuse. «Si tratta del momento più triste della storia del Cagliari - le parole di Gigi Riva -. Una vicenda che allontana la gente dal calcio. Credo che essere un presidente di una squadra di calcio non autorizzi nessuno a sfidare le autorità e le regole. [...]».

Durissime le reazioni di Figc e Lega Calcio. «La disobbedienza non è accettabile - ha detto il presidente federale Giancarlo Abete intervenendo a "La politica nel pallone" su Gr Parlamento -. Urge una forte iniezione di buonsenso e accettazione dei ruoli. Bisogna rispettare le titolarità di tutti i soggetti coinvolti. Si può esprimere una critica, ma la disobbedienza è inaccettabile». Abete non ha usato giri di parole: «Non si dà una valutazione delle persone, ma dei comportamenti - ha affermato -. Con maggiore lucidità e serenità, Cellino si renderà conto che proporre una sorta di disobbedienza è inaccettabile. Non è pensabile che si verifichi una situazione del genere. [...]».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Lega Maurizio Beretta: «Della vicenda di Cagliari-Roma, devo dire che ho trovato soggetti istituzionali di grande responsabilità e grande collaborazione e questo aiuterà a portare a soluzione questa annosa vicenda di Cagliari - ha detto a Radio Anch’io Sport -. Gli organi preposti faranno ora il loro percorso. In questi giorni si discute ancora su come approvare la legge sugli stadi: vorrei fare l’ennesimo appello, fate presto».

Desolato il segretario generale dell’Uefa Gianni Infantino: «È stato uno spettacolo molto triste - ha detto -. È un peccato che si debba arrivare a situazioni di questo tipo. L’Italia è vista da molto paesi come un modello da seguire, è una delle potenze calcistiche in tutti i sensi, ed è incredibile che in serie A che era il campionato più bello del mondo si arrivi a questo tipo di situazione. Queste immagini, queste notizie fanno il giro d’Europa e del mondo e lo spettacolo che viene visto non è molto edificante - ha aggiunto Infantino -. Alla sicurezza non si può derogare: non si scherza, noi all’Uefa ci teniamo moltissimo da anni. [...]».

«Credo che l’iniziativa del presidente sia stata fatta da un Cellino tifoso ed esasperato - ha detto il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci -. Mi sembra che già nei comunicati di oggi (ieri, ndr) ci sia una spiegazione di quello che voleva essere quella nota sul sito della società. Io faccio il sindaco e non il giudice sportivo, civile o penale e per quanto riguarda la struttura di Is Arenas, in questo momento è in corso una riunione preparatoria all’incontro della commissione in programma domani (oggi, ndr): secondo me ci sono i margini per lavorare questa settimana e far sì che ci possa essere un utilizzo parziale dello stadio, come chiaramente ha sottolineato il prefetto che è l’autorità che può e ha la competenza per decidere in questa materia. Da parte del comune c’è sempre stata massima disponibilità».

Della decisione del giudice sportivo ha parlato anche Enrico Preziosi: «Sportivamente, non è bello portare a casa tre punti senza giocare - ha detto il presidente del Genoa a Radio goal-, ma i regolamenti dicono altro. C’è una squadra che ha preparato una partita con scrupolo e non ha potuto giocare per motivi indipendenti dalla propria volontà. Ci sono delle responsabilità ben individuabili ed i regolamenti sono chiari. La sconfitta a tavolino per il Cagliari sarebbe quindi giusta». L’unico a solidarizzare con Cellino è il presidente del Palermo Maurizio Zamparini: «Considero Cellino una vittima, noi presidenti-vittime siamo così, i nostri giudici sono i mali di questa società».