rassegna stampa roma

De Rossi, tre giornate di stop

(Il Romanista – D.Galli) – Gioco violento, tre turni. Il minimo previsto in casi del genere dal codice di giustizia sportiva.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) - Gioco violento, tre turni. Il minimo previsto in casi del genere dal codice di giustizia sportiva. In Lega, a Milano, sono stati meno inflessibili che a Roma, dove sui social network come tra i banchi dei mercati rionali c’è chi lo ha già venduto al Psg o al Manchester City.

De Rossi tornerà in campo l’8 dicembre contro la Fiorentina dell’amico ed ex compagno Montella Daniele non parla, il momento delle scuse verrà, ma chi lo conosce bene racconta di una sofferenza verace, tipica del suo cuore tifoso. E allora è bene che sappia una cosa: ieri bastava leggere i commenti su Facebook di parecchi ragazzi per capire che certo, è vero, la maggior parte dei tifosi lo ha abbandonato, però non tutti. Perché non tutti imputano solo a lui le responsabilità per la sconfitta. Perché non tutti hanno dimenticato che sì, ha ridotto la Roma in 10, ma che il fatto per il quale è stato sommariamente condannato è avvenuto quando la Roma aveva già iniziato a suicidarsi. Dopo, e non prima, il 2-1 di Klose.  Il gesto è stato punito come da copione, come prevede la legge, come prescrive il codice di giustizia sportiva.[...]

Daniele sarà multato dalla società. Nulla di strano, niente di anomalo, è prassi, è il codice interno della Roma. Per la dirigenza, in ogni caso, il fatto è acqua passata. Bisogna guardare avanti e farlo tutti insieme, De Rossi compreso: il club prenderà in esame ogni offerta di mercato, come è logico che avvenga, come accade per qualsiasi calciatore, ma non certo per colpa di un episodio singolo. Era così un anno fa, era così l’estate scorsa, era così alle 14.59 di domenica, era così anche a partita conclusa e quindi a sconfitta maturata. Se la società fondamentalmente lo ha perdonato, De Rossi dovrà invece fare i conti con la tifoseria. Eccezioni a parte, la stragrande maggioranza lo ha condannato. E non tanto, o non solo, per il gesto di per sé, ma perché lui lo ha pagato con il rosso e la Roma si è trovata a dover reagire allo svantaggio laziale in inferiorità numerica. È la legge del contrappasso. Tempo fa, Daniele aveva giustamente sottolineato come Balotelli fosse ormai «un ometto», invitandolo quindi a comportarsi come tale anche fuori dal campo. De Rossi non è Balotelli, e non lo è certamente agli occhi e nel cuore dei romanisti. Però Daniele ha l’età della ragione - ha 7 anni più della punta del City - e sa quindi che quell’ardore immenso che mette in campo è apprezzato solo a patto di non eccedere. Verrà il giorno delle scuse. Verrà, e lo ha detto anche Baldini, perché Daniele sa di avere sbagliato[...]