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De Rossi: “Siamo lì”

(Il Romanista – C.Zucchelli) La sua assenza a Siena si è sentita eccome. Ieri Daniele De Rossi è tornato a guidare il centrocampo dopo la squalifica e la Roma ha cambiato volto.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) La sua assenza a Siena si è sentita eccome. Ieri Daniele De Rossi è tornato a guidare il centrocampo dopo la squalifica e la Roma ha cambiato volto.

Guai a dirglielo, visto che De Rossi preferisce dividere i meriti coi compagni, ma la realtà non si può negare. Così come non si può negare che la firma sul rinnovo del contratto sia siata una delle notizie più belle dell’ultimo mese in casa Roma. Lui, al fischio finale della partita col Parma, si presenta davanti alle telecamere e commenta così: «Se dobbiamo puntare al terzo posto? Per organico e valori sì. Non credo che la nostra squadra sia inferiore ad Udinese e Lazio, squadre eccezionali. Noi con i nostri alti e bassi siamo lì. Il campionato è equilibrato e dobbiamo continuare a provarci. Possiamo vincere con chiunque e abbiamo la fortuna di avere un allenatore che gioca un calcio propositivo».

Il feeling con Luis Enrique è ottimo è non è una novità. Il giorno della conferenza sul suo rinnovo Daniele ne ha parlato benissimo e ieri lo ha confermato: «Ad agosto ho parlato con lui e De La Pena, una grossa perdita a livello tecnico ed umano. Gli ho detto che sarei rimasto, che avrei aspettato la società, facendogli sapere come stavano le cose, anche a livello economico. Nel corso della trattativa mi sono immaginato con altre maglie e su altri palcoscenici, a combattere con altre realtà». (...) «Non era facile scegliere, perché nella fase di stallo pensavo a tante cose. Non era semplice andare via o rinunciare a tutto quello che ho, o quello che poteva esserci nel futuro. Se non ci fossero state alternative interessanti non mi sarei posto il problema. Io non ho mai chiesto di essere venduto: il discorso è uscito quando stava per scadere il contratto, bisognava fare chiarezza ».

Sul perché un giocatore come lui sia arrivato a scadenza di contratto, Daniele dà una spiegazione semplice: «Un po’ è stato per me che tendo a non chiedere il rinnovo. Non mi piace fare contratti di 5 anni per poi chiedere dopo un anno di rinnovarlo. Poi anche per vicissitudini societarie non c’era il tempo per parlarne. Totti lo ha fatto? Era arrivato ad un’età in cui il rinnovo era anche più automatico. Sicuramente arrivare all’ultimo non ha aiutato, almeno la società che si è trovata con le spalle al muro. La scadenza (...) ha complicato le cose, la trattativa non è stata semplice ma in società avevano la mia parola: non avrei firmato per nessuno, la mia priorità era la Roma e solo quella».