(Il Romanista - C.Zucchelli) Sarà, come dice lui, che la gente gli ha riservato una standing ovation soltanto perché «erano due anni che non uscivo».
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De Rossi: «Ho le idee chiare»
(Il Romanista – C.Zucchelli) Sarà, come dice lui, che la gente gli ha riservato una standing ovation soltanto perché «erano due anni che non uscivo».
Però non si può negare che ieri i tifosi della Roma abbiano coccolato più del solito Daniele De Rossi. (...). Volenti o nolenti, il rinnovo che tarda ad arrivare agita i cuori dei tifosi. Non quello di Daniele, almeno stando a sentire le sue parole a fine partita: «Ho le idee chiare, ma preferisco non parlarne. Continuo solo a lavorare come sto facendo perché mi sto togliendo delle grandissime soddisfazioni». De Rossi non intende dire altro. Per lui parlano le prestazioni che sta mettendo in fila dall’inizio e dell’anno e parlano anche tutti quei sorrisi in panchina al momento della sostituzione. De Rossi non è abituato: in un primo momento doveva uscire Pjanic poi Luis Enrique ci ha ripensato perché Daniele gli aveva detto di essere un po’ stanco.
Riposo necessario e meritato, considerato anche che dopodomani si torna in campo in Coppa Italia. Quando è apparso il numero 16 sul tabellone luminoso, la gente quasi non ci credeva. De Rossi sorride e spiega: «Il rapporto con i tifosi non è cosa di oggi, è qualcosa che nasce da anni. Queste cose non cambiano. Del resto, ripeto, non parlo. Avere le idee chiare - aggiunge - significa essere consapevoli di essere quello che si dice e di quello che non si dice. In questa città una parola in più scatenerebbe quello che non voglio scatenare, c’è un’attenzione mediatica che non dico spaventa ma mi fa impressione perché io sono uno che se non è in prima pagina o su Sky campa benissimo lo stesso. Per me l’importante è che la Roma vinca ». E questo sta succedendo, visto che adesso sono tre i successi consecutivi: «È stato bello partire così. A volte ci siamo ammosciati dopo un paio di vittorie, è successo spesso in questo campionato, e invece continuare con questo piglio e questo gioco, che per me è fantastico, era importantissimo ». Il merito è dei giocatori ma anche di Luis Enrique. Il quale, al momento della sostituzione, ha abbracciato sia Daniele sia Totti: «È inutile che mi ripeta: con lui mi trovo veramente da Dio. La squadra poi gioca a meraviglia. Questo è un allenatore che non è stato fortunato in questo primo anno di Roma perché poteva avere qualche punto in più considerando che abbiamo perso partite come quella col Genoa o il derby che con un pizzico di fortuna in più potevi portare a casa facendo bottino pieno».
Luis Enrique sabato in conferenza stampa ha detto di essere sicuro della sua permanenza a Roma. De Rossi sorride: «È una sua idea e io lo rispetto», dice prima di soffermarsi ancora su come la Roma si sia ripresentata dopo la sosta: «Abbiamo dimostrato grande professionalità, ci siamo presentati in forma ottimale dopo una lunga sosta». Quando gli viene chiesto se la Roma possa essere la mina vagante di questo campionato, De Rossi non si sbilancia: «La Roma è la Roma, nessuno pensa di venire qui all’Olimpico a fare una scampagnata. Avevamo solamente bisogno di oliare certi meccanismi». C’è voluto qualche mese e De Rossi, qualche tempo fa, lo aveva detto: «Servono tempo e pazienza ». Era stato un buon profeta, dimostrando, anche in quel caso, le idee chiare. Le stesse che dice di avere adesso sul rinnovo del contratto. La speranza è che queste idee lo facciano restare a Roma. A vederlo così, perfetto in campo e sorridente in panchina, sembrano quasi una certezza. O, quantomeno, una «partita aperta che ha bisogno dei suoi tempi e delle sue tappe», come ha detto Franco Baldini in serata al Tg1.
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