(Il Romanista - F.Cassini) - È nato in un posto fondato da un eroe mitologico e che è stato la prima capitale della Grecia indipendente, come Atene ma prima di Atene.
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Dalla terra degli eroi, golden boy dell'Aek
(Il Romanista – F.Cassini) – È nato in un posto fondato da un eroe mitologico e che è stato la prima capitale della Grecia indipendente, come Atene ma prima di Atene.
Sarà per questo che Panagiotis Tachtsidis da Nauplia in Argolide (Nafplio secondo la pronuncia del greco moderno) ha alle spalle una carriera che sembra l’Odissea: cinque squadre in tre anni, lui che solo a febbraio di anni ne compirà ventidue. Una vita passata a rincorrere un sogno per il centrocampista che Sabatini sta per regalare a Zeman per rinforzare un reparto ancora in via di definizione, perché se De Rossi e Pjanic sono le certezze e Marquinho la conferma, tutto il resto balla. Con Bertolacci e Florenzi condivide l’anno di nascita, con il secondo anche una felice stagione in Serie B: nel Verona di Mandorlini era uno degli intoccabili, visto che in tutto il campionato il tecnico si è privato di lui solo cinque volte. La stagione che aspettavano quelli del Genoa, che nella primavera del 2010 lo avevano prelevato dall’AEK Atene pagandolo duecentomila euro, contratto di cinque anni e via a farsi le ossa nel Cesena.
In Grecia aveva fatto in tempo a stabilire un record, quello di più giovane esordiente con la maglia dell’AEK perché quando debutta in campionato contro il Thrasyvoulos Fylis il 27 gennaio 2008 ha sedici anni e 348 giorni. Nella squadra dei rifugiati di Costantinopoli era arrivato appena tredicenne per percorrervi tutta la trafila delle giovanili. Il Genoa lo ha tesserato nel 2010 e subito girato in prestito al Cesena, con cui però è rimasto fermo a zero presenze al punto da convincere la società a trovargli un’altra sistemazione a gennaio: eccolo allora a Grosseto, dove nella seconda parte del campionato 2010/11 riesce a raccogliere otto presenze. Poche, ma neanche pochissime, anche perché gli bastano per farsi notare dal Verona, dove approda giusto un anno fa. Centrocampista di copertura, Mandorlini gli faceva fare il vertice basso nello schieramento a tre e di formazione in formazione a cambiare erano sempre gli altri due. Curioso per uno che ha sempre le valigie pronte.
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