(Il Romanista) Si è spento in campo, Piermario Morosini. È morto giocando, è morto vincendo.
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Con la maglia azzurra ha giocato con Osvaldo
(Il Romanista) Si è spento in campo, Piermario Morosini. È morto giocando, è morto vincendo.
Quella del centrocampista del Livorno è una storia sofferta, perché nella vita ha sempre dovuto lottare. Ha perso i genitori prematuramente, il fratello minore si è tolto la vita, e nel calcio aveva trovato la sua famiglia. E tra la sua famiglia se n’è andato.
Nato a Bergamo il 5 luglio 1986, il centrocampista è cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, dove nei 10 anni di militanza riesce a vincere uno scudetto allievi. Nel 2005 è passato all’Udinese in comproprietà, club con il quale ha esordito in serie A il 23 ottobre, in Udinese-Inter. A 19 anni ha giocato la prima stagione da professionista dividendosi tra Primavera e prima squadra, collezionando 5 presenze in Serie A e 3 in Coppa Italia e 1 in Coppa UEFA.
Sempre con la maglia bianconera ha calpestato per la prima volta un campo europeo, nell’ottavo di finale con il Levski Sofia. Nella stagione 2006-2007 Morosini è passato al Bologna, che in quella stagione militava in serie B: tra i rossoblù è riuscito a scendere in campo in 16 occasioni. L’anno dopo il giocatore è passato al Vicenza, contribuendo alla salvezza della squadra con 34 presenze e un gol: i biancorossi poi ne hanno riscattato il cartellino, e Morosini si è confermato, con altre 32 presenze, uno dei giocatori chiave della squadra. Nell’estate del 2009 l’Udinese, dopo aver riscattato il suo cartellino per un milione e 500mila euro, lo ha mandato in prestito alla Reggina, poco prima di passare, nella sessione di mercato invernale, al Padova.
A gennaio 2011 il centrocampista è tornato al Vicenza, per poi approdare in prestito al Livorno. Nella sua carriera, Morosini ha vantato anche presenze in nazionale tra Under 17 e Under 21, segnando un gol e prendendo parte agli Europei di categoria in Svezia, nel 2009. Anno in cui, insieme a lui, ha giocato con la maglia azzurra anche Pablo Daniel Osvaldo
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