(Il Romanista - G.Manfridi) Totti col Cesena non ha segnato, il podio non è stato raggiunto, e io, che ho tifato per lui e quasi solo per lui come fosse la Roma stessa nella sua interezza, mi sono goduto poco e niente i gol di Bojan, Lamela e De Rossi.
rassegna stampa roma
Caro Merlo, non metterci il becco
(Il Romanista – G.Manfridi) Totti col Cesena non ha segnato, il podio non è stato raggiunto, e io, che ho tifato per lui e quasi solo per lui come fosse la Roma stessa nella sua interezza, mi sono goduto poco e niente i gol di Bojan, Lamela...
Belli, per carità, ma, secondo la mia logica, vani. Se possibile, li ho addirittura accolti con masochistica irritazione, vedendo in ognuno di essi un’occasione sprecata. «Ma che storia sarebbe? Segnano loro e non segna il Capitano?». Come se quei ‘loro’ non indossassero i colori che mi tingono il cuore! (...) Altra macroscopica contraddizione della psiche umana messa alla prova dal pathos di un gioco in cui è contemplata una dose di serietà spesso assente in molte cose definite serie. In verità, tifando esclusivamente per Totti, ho tifato come non mai per la mia squadra nella speranza che almeno qualcosa, nel corso di questa stagione tessuta di ristrettezze e di approdi mancati, potesse assurgere all’onore degli archivi. Invece no, niente da fare neanche stavolta. E’ destino che, quale unico trofeo dell’anno, dovremo accontentarci del tapiro consegnato da Staffelli a Luis Enrique.
Lo dico con filosofica mestizia parafrasando lo stesso allenatore che, nella circostanza, ha dato prova di un sense of humor non comune. Avremo nostalgia anche di questo quando avremo nostalgia dell’asturiano. Ma oggi non posso prescindere dal parlare di Totti; sarà forse per il moto di riprovazione suscitato in me (...) da un articolo apparso lunedì su Repubblica a firma di Francesco Merlo, a me ignoto esegeta di valori patrii, che, per osannare Del Piero e commemorare con piglio da grande orazione funebre il suo addio calcistico all’Italia, tratteggia uno scenario nazionale da day after. Con questo commiato, ci spiega Merlo, tutto va a perdere di senso, il nostro oggi come il nostro domani, e a residuare è la miseria di un mondo orfano, livido e declassato che altro non si merita se non il bullismo di uno ‘sputazzante’ Totti. Testuale. Sputazzante. E aggiunge, su Totti, pure di peggio, come ha fatto notare Stefano Romita sul Romanista.
Ma il vero peggio dell’articolo è altrove, e ha saputo stigmatizzarlo con grande acume Federico Nisii dai microfoni di Rete Sport; il peggio del peggio ha a che fare col passaggio in cui il lirismo apologetico del predicatore crea un link raccapricciante tra l’uscita di scena di Del Piero e le pene che a molti toccano per la messa in crisi dell’articolo 18. E’ vero, siamo in un day after, e anche questo lo dimostra: che un giornale come ‘Repubblica’ possa divulgare affermazioni tanto indecenti. È così che la preziosa superfluità di un gioco finisce con l’essere infettata dall’uso maldestro di argomenti seri. Che avvenga l’inverso, se ci pensate, è raro. Per concludere su Merlo, vorrei quasi non essere romanista e arrogarmi il diritto di esprimere la mia indignazione riguardo al suo articolo senza perciò cadere in sospetto di faziosità.
Vorrei poter dire: “Del calcio non me ne importa nulla e Totti neppure so chi sia, come non so chi è Del Piero, ma una cosa simile già sarebbe grave metterla come proprio stato su Facebook, figuriamoci pubblicarla sotto l’egida autorevole di una grande testata generalista!”. Una grande testata. Rifletto sull’espressione, ambivalente e buffa; fiuto il gioco di parole implicito. Forse l’ironia di Luis Enrique ne saprebbe cavare qualcosa. Ma anche quella del denigratoTotti, il cui appuntamento con la scalata ai record è un to be continued che già ci introduce alla prossima stagione con aspettative pronte a ravvivarsi. Ma sì, torniamo al superfluo. Ora che la frustrazione per il mancato aggancio ai vari Altafini e Meazza va svaporando, comincio pure a godermi, rievocandoli, i gol di chi a Cesena ha fatto gol, e, sia pure senza alcun effetto concreto, ci ha fatto vincere. Con qualche senso di colpa recupero in ritardo quanto non ho saputo godermi in diretta, ovvero il tuffo saettante dello spagnolo, la rasoiata chirurgica dell’argentino el a stoccata frontale di un De Rossi, che più degli altri mi è parso incarnareilmiopensierocostantedurantelapartita:“A’France’, certo che questo potevi farlo tu!”.
L’ultima di campionato ci lascia comunque con dei buoni auspici. Chi è arrivato qui in estate con la qualifica di promettente, continua a promettere. Fra tutti, i due primi marcatori di domenica scorsa: Bojan e Lamela. Il terzo marcatore, invece, rappresenta la grande certezza che ancora a inizio 2012erainpredicatodinonessertantocerta: DeRossi. Quantoall’allenatore, severràVincenzino, lapartesentimentaledi meglidaràilpiùcalorosoBenvenuto, maanchesottounprofilotecnicomisentoconvintodiunasceltachepareassaiprobabile. Non faccio la lista delle mie altre eventuali predilezioni poiché mi sembrerebbe di indulgere all’astrazione. E, comunque, in questa lista il suo nome è tra i primi.
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