(Il Romanista - D.Galli) The end. Un happy end. La Corte di Giustizia Federale ha confermato lo 0-3 a tavolino di Cagliari- Roma. Il resto sono solo chiacchiere. Quelle di Massimo Cellino.
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Cagliari-Roma, confermato lo 0-3
(Il Romanista – D.Galli) The end. Un happy end. La Corte di Giustizia Federale ha confermato lo 0-3 a tavolino di Cagliari- Roma. Il resto sono solo chiacchiere. Quelle di Massimo Cellino.
Intanto, in attesa di conoscere le motivazioni, il suo Cagliari continua a non avere le idee chiare. Sul sito preannuncia i ricorsi a Tnas ed eventualmente al Consiglio di Stato, ma poi ufficiosamente fa sapere che ne potrebbero fare uno solo: all’Alta Corte del Coni, entro 30 giorni dalla sentenza. «Siamo delusi, non ci aspettavamo questo verdetto», ha commentato all’Ansa l’avvocato dei sardi, Mattia Grassani. A Trigoria confidano sul fatto che la partita a colpi di carte bollate sia finita qui. È stata una decisione rapida. I giudici della Corte di Giustizia Federale non ci hanno messo molto a respingere il ricorso del Cagliari. Come anticipato domenica da Il Romanista, al di là delle colorite schermaglie verbali di Cellino, i tredici membri del collegio si sono limitati a prendere atto della relazione della Procura Federale, una relazione che la Corte aveva chiesto espressamente il 25 ottobre.
In quella occasione, i membri dissero - anzi, scrissero - solo un paio di cose, che si sono rivelate però determinanti ai fini della conferma dello 0-3. Primo, che a dispetto di quanto sostenuto dal Cagliari il giudice della Lega di A era per loro competente. Secondo, che se ne infischiavano del ricorso del club sardo al Tar. Avrebbero fondato la sentenza esclusivamente - questo dissero, anzi scrissero - su quanto avrebbe riferito la Procura della Figc. Bene. Bene per la Roma. Perché, nella relazione, gli 007 di Palazzi hanno ripercorso le tappe della vicenda raccontando i fatti esattamente come li aveva descritti il giudice della Lega di A, Gianpaolo Tosel. Che in primo grado aveva condannato il Cagliari allo 0-3 sostenendo che il Prefetto del capoluogo sardo era stato obbligato a rinviare la partita per colpa di Cellino. Se il presidente rossoblù non avesse invitato i tifosi ad andare lo stesso all’inagibile stadio Is Arenas - questa è stata la tesi di Tosel, sposata poi dalla Procura Federale - la partita si sarebbe disputata regolarmente, anche se a porte chiuse.
Fu l’intervento in tackle di Cellino a costringere il Prefetto, la notte del 22 settembre, ad arrendersi: gara rinviata, dirigenza della Roma avvisata mentre parte della squadra dormiva già da un pezzo. Tosel però non fu d’accordo. Altro che rinvio, Cellino si meritava lo 0-3. La condanna del Cagliari alla sconfitta a tavolino si basò, come si può leggere sul comunicato della Lega, su una «una palese violazione dell’art. 12, n. 2 Cds (il Codice di giustizia sportiva, ndr), che impone alle società la rigorosa osservanza delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di pubblica sicurezza». Un retroscena. Nonostante la relazione della Procura Federale parlasse chiaro, scaricando le responsabilità interamente su Cellino, il Cagliari era convinto di avere tra le mani una carta tenuta segreta - anche se resta un mistero la ragione - nell’audizione del 25 ottobre.
Secondo il club rossoblù, quando il Prefetto decise di rinviare l’incontro, e cioè quella notte, la notte del 22 settembre, mancava il numero legale della Commissione di vigilanza che lui presiedeva. C’erano solo 5 membri su 10 e tra gli assenti figuravano i rappresentanti dei Comuni di Cagliari e Quartu Sant’Elena, proprietario dell’Is Arenas. Non solo. Non fu redatto nemmeno il verbale della Commissione. Questa è stata la difesa del Cagliari. Lana caprina, difetti di forma che non cambiano la sostanza, quisquilie che non modificano la realtà. Quello che è avvenuto era - anzi, è - sotto gli occhi di tutti. Anche sotto quelli del giudice della Lega, dei componenti della Procura Federale e poi della Corte. La Roma si era ripromessa di non tornare più in questo campionato a Cagliari.
Se ieri avessero accolto il ricorso del club rossoblù, chissà, magari sarebbe stata quindi costretta a bucare le ruote dell’aereo per Cagliari, come Cellino promette di fare per quelle del proprio pullman. Oppure no. Perché in fondo questo stile appartiene a qualcuno altro. Alla Roma certamente no.
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