(Il Romanista - F.Bovaio) Boston, la città della rivolta del thè che dette il via alla Rivoluzione Americana. Una guerra d’indipendenza dall’Inghilterra che finì con il dare vita ai primi stati della nuova Unione.
rassegna stampa roma
Boston, 40 anni dopo Herrera
(Il Romanista – F.Bovaio) Boston, la città della rivolta del thè che dette il via alla Rivoluzione Americana. Una guerra d’indipendenza dall’Inghilterra che finì con il dare vita ai primi stati della nuova Unione. Ma anche la città...
Ma anche la città dalla quale provengono i soci americani della Roma, che proprio qui giocherà la partita più importante di questa sua decima tournée a stelle e strisce. Avversario il Liverpool, che da quella maledetta notte del 30 maggio 1984 è uscito sempre vincitore contro i giallorossi, anche se il 22 febbraio del 2002 questi ultimi divennero la seconda squadra italiana a vincere un incontro ufficiale ad Anfield Road dopo il Genoa: 1-0 con gol di Gianni Guigou, l’uruguaiano dalla faccia triste, proprio come fu il suo gol, che alla fine risultò inutile. All’andata degli ottavi di finale di quella Coppa Uefa il Liverpool aveva vinto 2-0 all’Olimpico e grazie a questo punteggio passò comunque il turno nonostante la sconfitta interna per 1-0 di quella sera, sulla quale pesò, però, il rigore non concesso ai giallorossi dall’arbitro spagnolo Garcia Aranda.
Tra loro e i reds c’è sempre qualche cosa che non va intorno al dischetto, ma stasera, se anche fosse, non conterà nulla. L’amichevole di Boston serve a rodare le due squadre in vista dei rispettivi campionati e a farle conoscere ed apprezzare dagli americani, presenti in entrambe le società con capitali ingenti. Basti ricordare che l’attuale presidente della Roma Thomas DiBenedetto è anche uno dei soci di minoranza dello stesso Liverpool, che pochi giorni fa ha acquistato Borini proprio dalla Roma. La partita di oggi non sarà un inedito negli States, visto che qui le due squadre si sono già affrontate in amichevole nelle rispettive tournée estive del 2004. Non a Boston, però, ma al vecchio Giants Stadium di New York, dove finì 2-1 per il Liverpool, che ribaltarono il momentaneo 1-0 firmato da Delvecchio con le reti di Owen e Cissé.
Anche la presenza in campo dei giallorossi a Boston non è inedita, dato che qui giocarono un’amichevole estiva il 15 agosto del 1972 contro i campioni d’Ungheria dell’Ujpest, che l’allora tecnico romanista Helenio Herrera definì: «Una delle più forti squadre del mondo». Il 3-0 per loro sul campo in tartan del Nikerson Field sul quale si giocò dimostrò che aveva ragione. Ma al di là di quello che potrebbe far pensare il punteggio la Roma non demeritò. Anzi, con un po’ più di fortuna avrebbe potuto anche cambiare il corso del match, vista la traversa colpita al 3’ da Spadoni (...) e le tre occasioni in seguito fallite da lui stesso e da Peccenini. Insieme a loro facevano parte della comitiva romanista Banella, Bertini, Bet, Cappelli, Cappellini, Cordova, Franzot, Ginulfi, Liguori, Morini, Mujesan, Pellegrini, Quintini, Salvori e Santarini Nonostante il punteggio alla fine i molti emigranti italiani presenti tra i 5.000 spettatori accorsi al Nikerson fecero comunque festa ai giallorossi, che poi lasciarono gli States per proseguire la loro tournée in Canada.
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