(Il Romanista - C.Zucchelli) Quando una partita termina 1-0 e quel gol è in fuorigioco è tecnicamente sbagliato dire che l’arbitro non conta. Chievo-Roma finisce così, con una rete di Pellissier a 3 minuti dal 90’ che ferma la rincorsa della squadra di Zeman dopo quattro vittorie in campionato e una in Coppa Italia. Una Roma, quella schierata dal boemo, che lascia in panchina Stekeleburg, De Rossi, Lamela e Destro, e mette in campo dall’inizio Goicoechea, Tachtisidis regista con Bradley e Florenzi ai lati e in attacco Totti, Pjanic e Osvaldo. Ad arbitrare contro la squadra di Corini, reduce da due successi consecutivi, c’è Bergonzi e la sua presenza è determinante.
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Bergonzi batte una brutta Roma
(Il Romanista – C.Zucchelli) Quando una partita termina 1-0 e quel gol è in fuorigioco è tecnicamente sbagliato dire che l’arbitro non conta.
Totti ci litiga dal primo minuto, Osvaldo, con cui i rapporti non sono idilliaci, lo ignora, lui fa di tutto per essere protagonista. Nella ripresa sorvola su un fallo su Balzaretti di Guana, su un’entrata di Dainelli in area sul Capitano della Roma e, soprattutto, concede al Chievo il gol che decide la partita. Partita che, va detto, la Roma gioca meno bene rispetto a quelle vinte nell’ultimo mese, anche per colpa di un campo che, nonostante fosse stato rizollato e coperto dai teloni, tutto era meno che idoneo per giocare a calcio. Se poi a complicare tutto ci si mette la nebbia fitta allora la squadra più tecnica viene indubbiamente penalizzata.
E pensare che la Roma aveva iniziato bene, con il giusto piglio nei primi minuti, col pallone sempre tra i piedi dei giocatori giallorossi, per l’occasione in maglia nera, ma per vedere Sorrentino impegnato bisogna aspettare quasi 20’. Al 18’, infatti, Osvaldo si infila tra le maglie della difesa del Chievo ma il portiere veronese, coi piedi, si rifugia d’istinto in angolo. La Roma tiene palla, il Chievo prova a farsi vedere come può con Paloschi che si dà un gran da fare e al 24’ costringe Castan al fallo (c’era ma il giallo è eccessivo). Diffidato, salterà Roma-Milan. Un minuto più tardi Dainelli di testa, approfittando di un’uscita maldestra di Goicoechea, manda a lato ed è l’unica volta in cui il Chievo è pericoloso. La Roma ci prova con Totti, tiro da 30 metri alto, e Florenzi, sforbiciata dal limite, ma Sorrentino non corre più pericoli e si va al riposo sullo 0-0.
Nella ripresa sul Bentegodi cala una nebbia fitta, la visibilità è pessima e la Roma fatica di più a costruire gioco. Al 3’ ci vuole un super Goicoechea per ribattere un colpo di testa di Rigoni a botta sicura, poi Pjanic fa un assit telecomandato per Osvaldo che, di testa anche lui, manda di poco a lato. È il momento migliore della squada di Zeman, visto che un minuto più tardi, ed è il 25’, c’è una bella combinazione in verticale tra Pjanic e Bradley, ma il cross rasoterra dell’americano non trova compagni pronti a ribattere in rete.
È il momento dei cambi: Zeman toglie il bosniaco, fino a quel momento il migliore, e mette Lamela, Corini risponde levando Paloschi e inserendo Pellissier. L’attaccante si fa vedere di più rispetto al compagno, c’è bisogno di tenere il pallone e allora altra sostituzione per la Roma, con De Rossi che entra al posto di Bradley e Destro al posto di Totti. Daniele si sistema come interno a destra, ma la sua partita a centrocampo dura appena qualche minuto. Goicoecha, durante un’uscita, si sconta con Marquinhos, il giovane brasiliano si fa male alla caviglia e De Rossi è costretto ad arretrare in difesa per fare il centrale. Marquinhos però di uscire e lasciare la squadra in dieci (cambi esauriti) non vuole saperne e si sistema, pur senza riuscire a camminare, in attacco come punta centrale. Una situazione ai limiti del surreale visto che è lui a fare la sponda per Balzaretti che potrebbe, clamorosamente, trovare il gol del vantaggio. Sorrentino, come aveva fatto qualche minuto prima su Piris e poi su Osvaldo, è però insuperabile, blinda la porta e, al 42’ arriva il gol di Pellissier che scatta in fuorigioco, supera Goicoechea in uscita e regala alla sua squadra tre punti d’oro. Tre punti immeritati visto che il pareggio sarebbe stato più giusto e visto che Bergonzi ci mette, e anche tanto, del suo. La rabbia c’è, ma va archiviata al più presto perché sabato all’Olimpico arriva il Milan.
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