(Il Romanista - M.Macedonio) «Un giudizio sulla Rrroma?»chiede, arrotando la “r”, alla maniera che gli conosciamo. Non si tira certo indietro, Abel Balbo, e non lesina i complimenti. «Fantastica! – dice. – Altro non si può dire: bravi, bravi, bravi!». E dire che qualcuno, in città, ha già storto il naso, come se il pari di Torino costituisse il presagio di altri possibili stop. «Un passo falso, quello? – quasi si inalbera l’ex attaccante giallorosso. – Pareggiare a Torino, alla sesta trasferta, e dopo aver vinto tutte le cinque precedenti, mi sembra un risultato straordinario. Quella di Ventura, tra l’altro, è un’ottima squadra e a mio parere vale più del posto che occupa attualmente in classifica. I dodici punti sono bugiardi, perché ne ha persi almeno cinque-sei per la strada, complici anche diverse decisioni arbitrali alquanto discutibili. Anzi, per me è forse la squadra che ha subìto più torti».
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Balbo: “Grande Eusebio, ma forza Roma”
(Il Romanista – M.Macedonio) «Un giudizio sulla Rrroma?»chiede, arrotando la “r”, alla maniera che gli conosciamo.
Che sembrano però aver trovato compensazione in quest’ultima partita…
E’ vero. In quest’occasione è stato proprio il Torino ad essere favorito, e la Roma danneggiata. Quello su Pjanic era rigore netto. Nel caso di Maicon no, perché il fallo era fuori area. Però, ci stava almeno il calcio di punizione.
La Roma può recriminare anche sul gol del Torino, viziato dalla spinta su Benatia.
In effetti, di solito si favorisce il difensore. E nove volte su dieci si fischia fallo. Però, io dare.anche un po’ di colpa a Benatia. Un giocatore con la struttura fisica come la sua non può farsi buttar fuori così facilmente, soprattutto con una palla così decisiva. Insomma, non doveva farsi spostare dal centravanti, anche perché non mi sembra che stiamo parlando di un gigante. L’avrei capito contro Toni, ma non contro Meggiorini. Ciò non toglie che fosse comunque fallo.
Una Roma, questa, che sta andando sicuramente al di là delle previsioni di inizio stagione.
È molto bella da vedere. Pratica, concreta. Anche se da quando mancano Totti e Gervinho la fase offensiva è molto calata. Perché Francesco è quello che fa girare tutta la squadra: con le sue geometrie, la sua semplicità e il gioco a un tocco dà una velocità unica alla manovra. E poi, levando gli spazi e venendo incontro dà anche profondità. Direi che anche sul piano estetico, si è perso qualcosa. Tuttavia, anche senza due giocatori che sono stati determinanti nella prima fase del campionato, la squadra non sta demeritando, avendoli rimpiazzati con altri due, Borriello e Ljajic, che sono in grado di fare altrettanto bene. Lo dimostra il fatto che avendo anche ridotto il proprio potenziale offensivo, continua a giocar bene e a fare risultati.
E’ una Roma che può arrivare fino in fondo?
Senz’altro. Una serie di undici partite come queste, non arriva per caso. Diverso il giudizio se ne avesse vinte appena tre o quattro, ma qui parliamo di dieci successi, che sarebbero potuti essere anche undici. E ottenuti anche quando la squadra ha sofferto, come a Udine, dove era rimasta pure in inferiorità numerica. A dimostrazione che l’allenatore è bravo, perché ha saputo far crescere il gruppo in un modo incredibile, e oggi si ritrova una squadra omogenea e completa. Ciò che mi piace di più è che c’è unità di intenti e giocano tutti l’uno per l’altro. Il merito è certamente dei giocatori, perché la rosa è molto talentuosa, ma anche e soprattutto di Rudi Garcia, che ha dimostrato di essere un tecnico esperto e competente, a cominciare dalla preparazione delle singole partite. A chi mi chiede se vedo la Roma favorita, rispondo “se non lo è la Roma, chi lo è?”. La corsa al titolo, secondo me, è ristretta a loro tre: Roma, Juventus e Napoli. Da lì non si scappa.
C’è un qualche vantaggio che riconosce alla Roma, oltre agli attuali tre punti di distacco?
Indubbiamente il non dover giocare le coppe. Che per gli altri, in Champions, significa perdere energie, fisiche e psicologiche. Con il rischio di più infortuni, più problemi, e tanti allenamenti in meno. E’ per questo che dico che la Roma deve crederci. Finora ha fatto meglio di Juve e Napoli e, quindi, perché non crederci!?
Veniamo al Sassuolo del suo “amico” Di Francesco, con il quale ha condiviso una prima stagione in maglia giallorossa nel ‘97/98, e poi una seconda nell’anno dello scudetto, il 2000/01. Una squadra, quella emiliana, che dopo quel 7-0 subìto in casa ad opera dell’Inter, sembra aver pian piano trovato una sua quadratura.
Credo che quella partita si sia rivelata un bene per loro. Perché hanno capito che il campionato andava interpretato in un’altra maniera. Devono salvarsi e, pertanto, non era possibile continuare a giocare facendo un calcio… “champagne”, come quello che magari esprimevano lo scorso anno. Ma dalla serie B alla A c’è un abisso tecnico. E ho visto che Eusebio è stato molto bravo a farli entrare in questa nuova mentalità. Ha saputo cambiare sistema di gioco, da cui è scaturito un maggior equilibrio, e anche qualche risultato importante, come il pareggio a Napoli o in casa contro la Lazio, fino alla vittoria in trasferta sul campo della Samp domenica scorsa. Per la Roma non sarà una partita facile, come non lo è nessuna nel campionato italiano. Anche se è chiaro che la Roma è favorita e, se tutto girerà secondo la normalità delle cose, non avrà problemi ad imporsi. Le partite, però, bisogna sempre giocarle e non si vincono mai in anticipo.
Che ricordo ha di Eusebio Di Francesco come compagno di squadra?
Un ragazzo fantastico. Generoso, in campo e fuori. Ho avuto sempre un ottimo rapporto con lui. E lo apprezzo molto anche adesso come allenatore. Perché ha ottenuto già due promozioni e sta dimostrando di saper fare molto bene questo mestiere. Quest’anno può aver sbagliato qualcosa all’inizio, ma è stato intelligente a capire subito dove e come sistemare al meglio la squadra. Lo ha fatto, e ora il Sassuolo è completamente diverso da quello visto nelle prime giornate. Il mio augurio? Ovviamente quello che la Roma vinca. Sono certo, e questa è una garanzia, che Rudi Garcia saprà far leva anche stavolta sull’umiltà e sulla determinazione, come se avesse di fronte la Juve e non il Sassuolo. E messa su questo piano, la partita sarà della Roma. In una domenica in cui c’è lo scontro tra Juventus e Napoli, è un’occasione da non mancare per rosicchiare qualcosa all’una o all’altra. O, perché no, anche a tutte e due.
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