(Il Romanista - L.Pelosi) - I luoghi comuni avranno anche un fondo di verità, ma quelli su Zeman, tornati prepotentemente in vigore in questi giorni, hanno fondo e superfice di bugia. Vediamoli rapidamente.
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Altro che “restaurazione”, Sensi lo cacciò
(Il Romanista – L.Pelosi) – I luoghi comuni avranno anche un fondo di verità, ma quelli su Zeman, tornati prepotentemente in vigore in questi giorni, hanno fondo e superfice di bugia. Vediamoli rapidamente.
Il suo arrivo non è rivoluzione, è restaurazione "sensiana" Sensi prese Zeman nel 1997, è vero. Ma è altrettanto vero che fu proprio Franco Sensi a mandarlo via nel 1999, in maniera non proprio elegante. Prima prese il preparatore atletico Vincenzo Pincolini, senza consultare il tecnico boemo, che di un preparatore atletico non aveva certo bisogno. Infine, ammise pubblicamente di aver scelto Capello perché più gradito al Palazzo. Trattamento migliore non gli fu riservato nell’estate del 2005 da Rosella Sensi. Dopo averlo tenuto a bagnomaria convincendolo che sarebbe stato lui l’allenatore della Roma, la società gli comunicò che non se ne sarebbe fatto nulla e che sarebbe arrivato Spalletti. Pochi giorni prima c’era stato un incontro tra Moggi (padre e figlio) e un rappresentante della Roma negli uffici di Capitalia (mai smentito) in cui fu proposto alla Roma di prendere Guidolin. Che le due cose siano collegate, non è dimostrabile, ma la coincidenza fa pensare. Zeman nel frattempo s’era liberato dal Lecce e rimase senza panchina.
«Più presuntuoso che altruista» lo definì Rosella Sensi qualche mese dopo, in un’intervista a Tony Damascelli. Zeman non vuole i campioni Appena arrivato alla Roma, prese Cafu. Alla Lazio aveva portato Nedved. Ancora alla Roma chiese, invano, Stankovic e Shevkchenko. Anche Montella, che arrivò, per poi però vedersi "consegnato" nelle mani di Capello, che iniziò a sostituirlo. Finché non s’era deciso di mandare via Zeman perché sgradito al Palazzo, la Roma aveva messo le mani anche su Michel Salgado. Con lui non si vince Se Zeman non ha mai vinto niente, è solo e unicamente per un motivo: non ha mai allenato squadre in grado di vincere. Ma la sua Lazio, seconda nel 1994-95, non arrivava così in alto da 21 anni. La sua Roma, quarta nel 1997-98, non arrivava così in alto da 10 anni. Per inciso: il luogo comune è ancora in vigore oggi, nonostante Zeman avesse appena vinto il campionato (sì, vinto) di Serie B. Capello vinse due anni dopo di lui, è vero. Con Batistuta, Samuel ed Emerson. L’anno prima arrivò sesto. Aveva la stessa Roma di Zeman, più Montella. Quella con cui Zeman era arrivato quarto e quinto. Le sue squadre calano a gennaio Sapete qual è stato il ruolino di marcia del Pescara a gennaio? 5 partite, 5 vittorie. 14 gol fatti, 5 subiti. Negli ultimi 10 anni è andato sempre male Nel 2004-2005, 7 anni fa, ha raggiunto una splendida salvezza (anticipatissima) col Lecce. Lo scorso anno il Foggia era partito per salvarsi ed è arrivato sesto. Di quest’anno s’è già detto, ma vale la pena ripeterlo: ha vinto (ripetere e scandire: v-i-n-t-o) il campionato di Serie B col Pescara.
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