rassegna stampa roma

Altri aiutini, altra pantomima

(Il Romanista) – La pantomima di Sassuolo-Juve dura 35 minuti. Dura fin quando Tevez pareggia. Poi nella ripresa Marchisio firma la rimonta e Llorente a 15’ dalla fine chiude i conti della partita e anche, quasi aritmeticamente, anche...

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(Il Romanista) - La pantomima di Sassuolo-Juve dura 35 minuti. Dura fin quando Tevez pareggia. Poi nella ripresa Marchisio firma la rimonta e Llorente a 15’ dalla fine chiude i conti della partita e anche, quasi aritmeticamente, anche quelli dello scudetto. Qualche elemento di riflessione, utile per analisi e classifiche sui torti: la punizione da cui scaturisce l’1-1 juventino viene battuta una decina di metri più avanti e con palla in movimento.

Il Sassuolo si lamenta, però è il Sassuolo e nessuno se lo fila. Poi, ci sono un fallo di mano di Ogbonna sempre sull’1-1 e una spinta di Llorente in occasione del 3-1. Bravi tutti. Tra le perle di questa ultimissima parte di stagione potrà essere annoverata l’ennesima testimonianza di spocchia juventina. In campo? No, o meglio non solo. Anche fuori. Perché prima dell’incontro l’ad bianconero Marotta replica a Garcia, che aveva accusato di scarso impegno qualche avversario della Juve. Garcia non ce l’aveva con i bianconeri, ce l’aveva con chi come il presidente Spinelli si è tirato fuori da un incontro ancora prima di disputarlo, ha alzato bandiera bianca, ha fatto un turnover impossibile (fa ridere: il Livorno che fa il turnover con la Juve… e poi perde quella successiva, col Chievo).

Dice Marotta: «Garcia è stato un po’ inopportuno con le sue parole. Non deve mettere in dubbio l’impegno delle nostre avversarie e i nostri risultati». Non deve. E certo, come si fa a mettere in dubbio l’impegno di un Livorno che lascia in panchina Paulinho e Greco, i suoi migliori elementi, e poi leva il diffidato Emeghara perché rischiava il giallo? Come si fa a pensare che Bologna e Udinese nel girone di ritorno siano scese in campo scialbe, sconfitte, convinte che tanto avrebbero perso e, se fosse accaduto, amen, non casca il mondo. Garcia attacca questo modo sbagliato di intendere lo sport. Qualcuno l’ha capito, qualcun altro no.

L’ex Genio milanista e attuale presidente della Federcalcio montenegrina, Dejan Savicevic, ha dato piena ragione sulla faccenda degli “aiutini”. Savicevic commette però un “falso storico”: li attribuisce a Garcia, quando invece il primo a parlarne è stato Totti. «La Juventus – questo è il pensiero dell’ex fantasista del Milan - è stata più forte di tutti negli ultimi anni, ma in questo campionato è stata spinta dagli arbitri: già nelle prime dieci giornate si era capito come sarebbe andata a finire. La Juve avrebbe vinto ugualmente, ma ha ragione Garcia, gli “aiutini” ci sono stati. Non sono invece d’accordo sull’ultima polemica dell’allenatore della Roma».

Non è d’accordo perché non ha visto o non ha visto bene ’sto campionato falsato al momento giusto, quando la Juve aveva bisogno, sete di punti, quando lo sguardo generale era rivolto alla splendida capolista che cavalcava record. Tutti ammiravano la Roma e gli aiutini alla Juve passavano inosservati così come tutti hanno fatto finta di niente quando Meggiorini buttava per terra Benatia, consentendo a Cerci di segnare, di pareggiare a Torino e di interrompere la magia. Questo scudetto è andato, l’ha vinto la più spocchiosa, l’ha conquistato la squadra più arrogante d’Italia. Ma agosto viene presto…