rassegna stampa roma

Adesso riprendiamo il cammino

(Il Romanista – C.Zucchelli) Ci sta pure perdere a Torino, nel nuovo e moderno Juventus Stadium, contro questa Juve qua: forte e sicura dei propri mezzi.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Ci sta pure perdere a Torino, nel nuovo e moderno Juventus Stadium, contro questa Juve qua: forte e sicura dei propri mezzi.

Ci sta pure, ma quanto è brutto, perdere 3-0 con un gol di Giaccherini, un autogol a un minuto dalla fine e, soprattutto, una prodezza di Del Piero, con Totti l’altra bandiera del calcio italiano. Ci sta persino uscire in gara secca ai quarti di Coppa Italia, pure se brucia, perché era, più di sempre, un obiettivo importante. Ma non ci sta, a tredici minuti dalla fine, sentire gli olè del pubblico dopo una serie infinita di passaggi dei giocatori della Juventus. Perché se c’è una cosa che della Roma di ieri sera non si può accettare è l’atteggiamento con cui è scesa in campo. Una squadra timida, incapace non solo di fare il proprio gioco ma anche di contrastare quello degli avversari. Una squadra lontana parente di quella che, appena quattro giorni fa, ha strabiliato contro il Cesena. (...) Troppo brutta per essere vera.

Troppo poco Roma in tutti i suoi uomini. Una notte nata male, col vantaggio bianconero dopo appena sei minuti, e finita peggio, col calcione di Lamela a Chiellini e con l’esultanza "discreta" di Conte al fischio finale. L’allenatore della Juve incita continuamente, e a volta in maniera anche troppo esagerata, i suoi: giocatori e tifosi. Lo Juventus Stadium ne contiene quasi quarantamila, tutti attaccati al campo, senza barriere e senza pista: un ambiente di fuoco, al contrario della temperatura. Gelo. Gelo come quello che prendono i cento tifosi romanisti che, in qualche modo, provano a farsi sentire. Raramente ci riescono, perché i tifosi della Juventus si danno da fare galvanizzati da una squadra che in campo fa quel che vuole. (...) Pressing a tutto campo e corsa, la Roma cerca di prendere le misure ma i bianconeri, per l’occasione con l’inguardabile maglia rosa, passano in vantaggio dopo appena sei minuti: Giaccherini riceve un pallone dalla difesa, il centrocampo della Roma va in bambola, la difesa sale male e il numero 24 della Juventus solo davanti a Stekelenburg non sbaglia. Dopo un quarto d’ora i giallorossi provano a farsi vedere ma Storari esce bene sui piedi Pjanic e poi Kjaer, su angolo battuto da Totti e conquistato da Lamela, manda di testa sopra la traversa. A fare la partita però è sempre la Juve e al 20’Borriello reclama un calcio di rigore per un intervento di Gago in area ma Banti lo invita a rialzarsi tra le proteste del pubblico e quelle, poco misurate, di Conte in panchina. Alla mezzora la Juve meritatamente raddoppia con uno strepitoso destro di Alessandro Del Piero: il suo tiro a giro prima sbatte sulla traversa e poi si insacca nella rete. La partita si innervosisce, la Roma prova a fare qualcosa: Totti apre per Bojan che, dalla destra, mette in mezzo un pallone per Lamela. L’argentino però, al momento di impattare sul pallone, scivola ed è l’ennesimo nulla di fatto. Poco prima dell’intervallo ci prova Pjanic a dare la scossa con una punizione potente da trenta metri che però termina alla destra di Storari.

Si riparte senza cambi, si riparte con la Roma chiamata, quantomeno, a provarci. La sostanza però non cambia. Emblematico quello che succede al quarto d’ora quando Kjaer e Stekelenburg, pressati dai giocatori della Juventus, sono costretti a passarsi il pallone per 4 volte di fila. (...). La Roma ormai non c’è più e al 21’ Lamela da terra e a palla lontana rifila un calcione a Chiellini sotto gli occhi dell’assistente: Banti non può fare a meno di estrarre il rosso. In dieci la Roma ha la più grande occasione della partita con Borini che dopo un bello scambio con Totti scivola nell’impatto col pallone e calcia alto, anche se era stato fischiato il fuorigioco. La partita finisce lì, c’è tempo solo per l’autogol di Kjaer, l’ultima nota di una notte da dimenticare al più presto. Domenica all’Olimpico arriva il Bologna, di nuovo campionato. C’è solo una cosa da fare: vincere.