(Il Romanista) La prima volta, dopo la prima partita di campionato, c’era la necessità di conoscersi fuori dal campo.
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A tavola ritrovato lo spirito. Ora c'è da ritrovare la vittoria
(Il Romanista) La prima volta, dopo la prima partita di campionato, c’era la necessità di conoscersi fuori dal campo.
La seconda c’era bisogno di cementare l’amicizia dopo le scaramucce di Udine. La terza c’era da guardarsi in faccia per capire se lo shock di Coppa Italia era passato. Stavolta c’era semplicemente da ricominciare. Come se fosse una stagione nuova, un campionato nuovo. Magari lungo appena 12 giornate e senza grandi obiettivi. Ma comunque un campionato. Prima del quale bisogna guardarsi negli oggi per ribadirsi che si sta andando tutti nella stessa direzione. Anche per questo mercoledì sera la Roma è andata a cena fuori. Tutta la squadra (o quasi, mancavano Borini, che era a cena con la fidanzata, Simplicio e Osvaldo, mentre De Rossi è arrivato più tardi) a cena a "Casa Novecento", il locale dell’Eur nel quale i giocatori giallorossi erano già andati a fine novembre.
(...) A pagare il conto stavolta è stato Francesco Totti, che è stato anche uno dei primi ad arrivare (i primi in assoluto erano stati Gago e Heinze che abitano a poca distanza dal locale). Una serata in allegria per ritrovarsi psicologicamente. Stavolta senza lo strascico polemico dell’ultima volta, quando i giocatori ricevettero qualche critica per aver fatto le ora un po’ troppo piccole. Stavolta no. Una cena, un po’ di musica e poi ognuno verso casa, perché la trasferta di Palermo è ormai dietro l’angolo. Quella di mercoledì sera è stata dunque la quarta volta dall’inizio della stagione che la Roma si è ritrovata a cena insieme. Con la speranza che questa abbia effetti immediati anche sul campo. Perché le altre tre volte non è andata propriamente così. Le cene, sia questa, sia quelle precedenti, servono certamente a fare gruppo, a ritrovare carica e voglia, ma alla prova del campo non hanno portato grande fortuna (fin qui due pareggi e una sconfitta). Ma proprio dopo quella sconfitta, a Firenze, iniziò il periodo migliore della Roma: un pareggio in emergenza contro la Juve e 4 vittorie di fila a cavallo delle feste Natalizie, comprese quella di Napoli e quella di Bologna che, ad oggi, resta con ogni probabilità la migliore prestazione della formazione di Luis Enrique.
Ora però la Roma non ha più tempo di aspettare. Deve reagire subito, non si può permettere un’altra debacle. A Palermo c’è bisogno di fare risultato e gioco. C’è bisogno di dimostrare si essere una squadra, un gruppo, anche in campo.
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