(Il Romanista - M.Izzi) - Il primo a scegliere Kapfenberg come sede del ritiro giallorosso fu Carlos Bianchi, ma se l’immagine della località austriaca è entrata nella storia giallorossa, lo si deve a Fabio Capello
rassegna stampa roma
A Kapfenberg con Guardiola
(Il Romanista – M.Izzi) – Il primo a scegliere Kapfenberg come sede del ritiro giallorosso fu Carlos Bianchi, ma se l’immagine della località austriaca è entrata nella storia giallorossa, lo si deve a Fabio Capello
che la elesse a quartier generale della sua avventura romanista sin quasi alla sua fine. Il 14 luglio, la Roma di Capello che si ritrova a Trigoria è una squadra reduce da una stagione, quella del post scudetto che ha lasciato l’amaro in bocca.[...]
Comunque sia dal 18 luglio gli uomini di Capello sono nuovamente nel piccolo centro della Stiria. Si poggiano le valige in albergo, allo Sport Hotel e si è già, fisicamente quasi sul campo di allenamento. I primi tre giorni saranno quelli più duri, Una serie crescente di ripetute su un circuito di 1200 metri. Corrono e faticano i vari Cassano, Dellas, De Rossi, Emerson, Totti, Samuel, Gabriel Batistuta. A dire il vero per il talento barese, l’inizio non è stato esattamente illuminante, si è presentato al peso sforando di più di un chilo il limite previsto. Mentre Cassano lotta con la bilancia, i tifosi si divertono a vedere all’opera il preparatore dei portieri Negrisolo.[...]
Per quello che riguarda il tempo libero, Kapfenberg è un autentico dramma. Certo, Fabio Capello può dedicarsi alla sua passione per il golf, e volendo si può anche andare a pesca (sempre Capello pescherà 15 trote nel fiume Murz), per il resto le escursioni in bicicletta sembrano essere l’unica alternativa, non tantissimo a dire il vero. Cassano, Candela e Tomic “si difendono” dedicandosi ad interminabili partite a tresette, Totti si rifugia nella play station, c’è poi chi vive il suo personalissimo sogno. E’ il caso di Aquilani. Da ragazzo uno dei suoi idoli era Guardiola. Il poster del centrocampista del Barcellona era nella camera di Alberto, che ora ritrova il suo antico idolo come compagno di squadra. Su Guardiola ci sono grandi aspettative, Falcao ha anche dichiarato che il “Pep” ed Emerson possono giocare assieme, proprio come lui e Cerezo … insomma, l’accostamento non è niente male.[...]
In ritiro c’è anche spazio per un malumore, un malumore forte, quello per l’assenza di Aldair. Pluto proprio il 18 agosto ha dichiarato: «Se non sono a Kapfenberg è perché l’ha deciso Capello. Speravo di finire la mia carriera a Roma, se mi avessero avvisato prima dell’intenzione di non tenermi mi sarei mosso d’anticipo sul mercato.Ora mi piacerebbe rimanere in Italia, ma è più facile che finisca all’estero». La situazione sembra così compromessa che il 30 luglio viene anche comunicata la decisione di ritirare la maglia numero “6”. Una decisione senza precedenti che tra l’altro lascia anche a bocca asciutta Batistuta. Il Re Leone, non potendo avere la numero “9” aveva effettivamente deciso di ripiegare verso la “6”, ma il ritiro della casacca lo costringerà ad adottare il “33”. Nonostante i malumori, anche se in ritardo, l’accordo con il grandissimo brasiliano verrà trovato e Aldair sarà al suo posto già nella gara di presentazione dell’ Olimpico.
Sempre il 30 luglio c’è anche l’arrivo di Franco Baldini che incontra Antonioli e che s’intrattiene a lungo con Fabio Capello. Tempo speso per fare un dettagliato punto della situazione sul mercato. Baldini mette al corrente il tecnico dell’assoluto muro eretto dalla Juventus per l’olandese Edgar Davids. In tutto questo, manca un pezzo da novanta, Marcos Cafu, ma la giustificazione è di quelle pesanti, che fanno la storia del calcio. Marcos Cafu manca in quanto ha guidato il Brasile da capitano nella finale di Coppa del Mondo.[...]
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