(Il Romanista - M.Izzi) Quel Roma – Bologna dell’8 novembre 1981 l’ho visto allo Stadio.Da qualche parte, in un raccoglitore, ho ancora il biglietto ma non sono riuscito a trovarlo, come quasi sempre quando cerco qualcosa nel marasma del mio archivio. Quello che ho stampato bene nella memoria, però, si verificò nel primo tempo, sul risultato di 0-0. Un bolognese (solo a distanza di una valanga di anni ho scoperto che si trattava di Franco Baldini) scatta via sulla sinistra, proprio a ridosso della linea laterale e della Tevere.
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E Falcao negò il gol a Baldini
(Il Romanista – M.Izzi) Quel Roma – Bologna dell’8 novembre 1981 l’ho visto allo Stadio.
Bonetti annaspa come un trattore all’inseguimento di un motorino della Piaggio. Siamo tutti in piedi, preoccupatissimi, mentre vediamo Tancredi che caracolla in un’uscita disperata. Dai distinti Sud, non ho perso di vista neanche Falcao. Si è affiancato alla corsa del rossoblù, non appena è scattato. Il brasiliano rinviene fortissimo dalla destra cercando di stringere su di lui. Baldini, intanto, vede nitidissimo il suo primo gol in serie A. Tancredi, una macchia blu, gli si fa sotto, raggiungendo il limite dell’ area e sdraiandosi in tuffo.
Lui, il futuro direttore generale della Roma, con la casacca numero 10 del Bologna (maglia bianca con spalline rosso-blu e lo sponsor “Febal”, un autentico Gronchi rosa) la tocca con precisione e vede la palla procedere verso la rete ormai sguarnita. Il silenzio piomba sull’Olimpico, in Sud, sopra al meraviglioso striscione: “Lotta con il cuore, vinci il tricolore”, non si muove nessuno, sembra una fotografia. A muoversi però, in una rincorsa disperata, è Falcao, che un attimo prima che la palla varchi la linea, in scivolata, la spazza via infilandosi letteralmente in rete. Insomma, Franco Baldini può vantarsi di aver messo Falcao in una rete, roba da far riscrivere “Il vecchio e il mare” ad Ernest Hemingway, fortunatamente, però, il tabellino dell’incontro rimase invariato. La partita si sblocca invece al 46’.
L’arbitro Paolo Milan (ma se po’ uno chiamà Milan? Se po’… se po’) decreta un calcio di punizione che Di Bartolomei si appresta a calciare. Baldini è nella lunetta piccola dell’area di rigore, anzi, mi correggo, tutto il Bologna, escluso Zinetti, è nella lunetta piccola dell’area di rigore. Di Bartolomei calcia, la palla s’infrange sul muro umano e ritorna verso Ago, che spara nuovamente. La traiettoria, sbilenca, finisce a Pruzzo, che forse, nel liberarsi di Mozzini, la tocca involontariamente con un braccio. Milan (se po’… se po’…) lascia correre e il Bomber castiga Zinetti facendo esplodere i 45.000 dell’Olimpico (paganti 24.136 per un incasso di 137.645.500 lire più 18.200 della quota abbonati). Il Bologna sembra ormai alla frutta, Burgnich, tecnico rosso-blu è invece alla canna del gas (ma questo lo pensavo io) perché mette dentro un ragazzino sconosciuto. Ridicolo pensai, sganasciandomi dalle risate. Il ragazzino non faceva che aggiustarsi la maglietta, palesemente troppo grande per la sua misura. Smisi di ridere al 56’. Baldini, sempre lui, viene avanti sull’out di sinistra. Sulla fascia laterale c’è Nela, mentre l’avanzata al centro gli è impedita da Di Bartolomei (che qualche minuto più tardi verrà ammonito proprio per “scorrettezze ai danni di Baldini”).
Ago ha accusato un’emorragia prima dell’ingresso in campo e gioca con un vistoso tampone nella narice sinistra. Il capitano se ne frega bellamente e non molla Baldini. Il bolognese, però, fa due passetti avanti e lascia partire una diabolica palombella verso il centro dell’area. La difesa della Roma, a tre, è in splendida linea, che splendidamente viene bucata dal ragazzino con la maglia troppo grande che non fa neanche rimbalzare la palla e la mette in rete.
Il tabellone m’informerà che il soggetto in questione si chiama Mancini… “Roberto Mancini”, che non suona come James Bond ma che come lui ha licenza d’uccidere. Siamo tutti discretamente incazzati, ma al 69’ arriva una magia di Conti. Palla a spiovere nell’area bolognese, respinta di testa di un difensore e Bruno, appostato sulla destra, dalla linea dell’area di rigore, calcia al volo, di sinistro, e segna il 2-1. Esultò tanto Bruno, correndo sino al fossato della Monte Mario, circondato da compagni, raccattapalle e inservienti. La festa venne completata ad una manciata di secondi dal termine (Baldini era già stato sostituito da una decina di minuti da Fulvio Zuccheri) da una rete di Pruzzo. Magistrale traversone da calcio piazzato di Falcao, deviazione di testa impercettibile e ti saluto Zinetti. Al termine della gara non c’era l’usanza di ascoltare “Roma – Roma – Roma”, ma la musica ci risuonava nelle orecchie e nel cuore lo stesso: eravamo andati in testa alla classifica superando di un punto la Juventus; l’indomani Pruzzo, Marangon e Conti sarebbero stati convocati all’Hotel Villa Sassi di Torino per unirsi alla Nazionale in vista della gara di qualificazione mondiale contro la Grecia. Avevamo una grande squadra, Baldini e il suo Bologna avevano dovuto inchinarsi.
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