(Il Romanista - D.Galli) La Roma non è sua. Perché, senza retorica, la Roma non ha padroni. Mai. È di tutti. Però ha dei presidenti, degli uomini più o meno soli al comando, gente che fa la storia nella stanza dei bottoni. Da ieri, James Pallotta è uno di loro. È ufficialmente il presidente della Roma. Anzi, per rendere omaggio ai comunicati ufficiali: è ufficialmente il nuovo presidente dell’As Roma Spa. Il ventitreesimo.
rassegna stampa roma
Pallotta è il nuovo presidente!
(Il Romanista – D.Galli) La Roma non è sua. Perché, senza retorica, la Roma non ha padroni. Mai. È di tutti.
«Named», scrive in serata su Twitter il suo braccio destro, l’ad Mark Pannes: «Nominato». Socio forte della cordata americana. Fino a ieri Mr Celtics era chiamato così. La definizione serviva a chiarire la posizione di James, l’italoamericano che a Boston ha fatto fortuna con gli hedge funds, i fondi ad alto rischio della sua company, la Raptor Fund Accelerator. Roba per cuori forti, finanzieri che investono somme immense, costruiscono fortune e poi le fanno fare agli altri.
Il titolo NBA dei Celtics sta lì a dimostrarlo, quello della Roma arriverà, presto o tardi. Avrebbe voluto prendere la società giallorossa già quattro anni fa. «Mi ero interessato alla Roma nel 2008, quando saltò la trattativa con Soros (ma come, Soros non è mai esistito, no?, ndr). Poi non diedi seguito all’operazione per via della crisi finanziaria negli Usa. Quando DiBenedetto mi ha illustrato il progetto, non ho avuto esitazioni». È il 2010.
Con la mediazione di Joe Tacopina, ora vicepresidente della Roma, Mr Tom si mette al lavoro assieme allo studio Tonucci per trovare dei partner. L’operazione è possibile, dice DiBenedetto ai suoi amici bostoniani. Tra loro, appunto, c’è James Pallotta. Jimmy, per chi gli sta vicino. Gli altri sono Michael Ruane e Richard D’Amore. Sono i quattro partner della cordata, gli uomini che stringono un’alleanza per la Roma. A DiBenedetto spetta seguire il procedimento di vendita del club, il cui controllo è passato da qualche mese – dal 26 luglio 2010, per la precisione – nelle mani di Unicredit.
È DiBenedetto a gestire la delicatissima fase finale delle trattative, quando in corsa resta solo la cordata americana. Il 15 aprile 2011 firma a Boston l’intesa di massima. La Roma è americana (per il 60%, l’altro 40% resta in pancia a Piazza Cordusio). L’11 settembre, Mr Tom viene nominato presidente, prendendo il posto dell’avvocato Roberto Cappelli, l’uomo della banca. DiBenedetto resta in carica undici mesi, ma il suo potere scema lentamente. E’ un’evoluzione naturale, è la conseguenza diretta di un processo di crescita in seno alla cordata di uno dei quattro membri di spicco (in realtà ce ne sono altri, ma con quote parecchio inferiori): James Pallotta. Mr Celtics non diventa un “semplice” membro del Cda. È di più. È il socio forte, appunto.
Di pari passo, aumentano i compiti gestionali di Mark Pannes, una sorta di dg della Raptor (per esemplificare), che inizialmente assiste DiBenedetto nella operazione di vendita e poi passa a guidare la Roma assieme all’altro ad, l’ex numero due del Lecce Claudio Fenucci. È Pannes a dare la breaking news su Twitter «from Big Trig», la Trigoria a stelle e strisce. «James Pallotta è stato nominato presidente della Roma. Congratulazioni Mr. Pallotta. Avanti con i poteri della Nuova Era». Poi un altro "lancio", la parte seconda: «Grandi ringraziamenti a Mr. Tom DiBenedetto per tutti i suoi sforzi come presidente dall’acquisto del club, l’anno scorso». Sul comunicato della società si legge tutto. La prima parte riguarda i dati di bilancio, la seconda è quella che più interessa i tifosi romanisti: «(...) Infine, nel corso del Consiglio di Amministrazione di oggi (ieri, ndr), Thomas R. DiBenedetto ha comunicato la propria volontà di dimettersi dalla carica di Presidente della A.S. Roma, affermando di ritenere di aver esaurito il proprio compito di guida di questa prima fase della gestione americana.
DiBenedetto ha anche rassegnato le dimissioni dall’incarico di membro del comitato esecutivo pur mantenendo la carica di consigliere di amministrazione. Il Consiglio, ringraziando il presidente dimissionario per l’attività svolta, ha deliberato all’unanimità di nominare nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione James Joseph Pallotta. Il Consiglio di amministrazione ha altresì deliberato di nominare il consigliere Mark S. Pannes quale nuovo membro del Comitato esecutivo, in sostituzione del consigliere DiBenedetto». E queste sono le prime parole del neo presidente James Pallotta: «È un grandissimo onore per me assumere la carica di Presidente della A.S. Roma. Non esiste club più speciale al mondo e io accetto la responsabilità di esserne custode e guidarlo con grande senso di umiltà e determinazione per costruire un’organizzazione di livello vincente sotto tutti gli aspetti».
Dopo le dichiarazioni su Twitter, Pannes saluta DiBenedetto ufficialmente. Tramite il sito della Roma. «Vogliamo ringraziare Tom DiBenedetto per il suo lavoro durante questo anno - dice - finalizzato nel supportare la nuova proprietà nell’acquisizione del Club. Le fondamenta per creare un Club di successo sono state gettate per questa stagione e per il futuro». Sono dimissioni dolci, quelle di DiBenedetto. «Voglio ringraziare con tutto il cuore - spiega l’ex numero 1 della società - i tifosi della Roma. Con il completamento del processo di acquisizione del Club e di una nuova struttura manageriale, è arrivato il tempo perché una nuova leadership porti la società a crescere ulteriormente. Continuerò a far parte della famiglia della Roma anche negli anni a venire». Grazie DiBenedetto, grazie Roma. Adesso può cantarlo anche Pallotta. Da presidente
© RIPRODUZIONE RISERVATA