Nicola Zalewski, dal ritiro americano dell'Inter al Mondiale per Club, ha parlato dell'acquisto definitivo da parte dei nerazzurri dopo il suo percorso alla Roma."Consiglio a Pio Esposito? Non smettere mai di lavorare, perché arriveranno i momenti difficili. È successo a me e vale per tutti", dice il polacco a 'Il Corriere della Sera'.


Il Corriere della Sera
Zalewski: “All’Inter è stato subito speciale. Devo dire grazie a Mourinho”
Lei è appena stato riscattato. A convincere l’Inter è stata la sua duttilità? "Penso di sì. Il fatto di poter giocare in più ruoli e di aver segnato a Torino nella prima partita da trequartista, giocando bene anche a Como, è stato importante".
La scintilla però era scattata subito, nel derby poche ore dopo il suo sbarco a Milano, con l'assist per De Vrij. "Appena ho messo piede ad Appiano, in me è scattato qualcosa di speciale, non solo a livello di campo, ma anche nel rapporto con le persone. Ho lavorato dal primo giorno per rimanere. E non lo considero un punto di arrivo".
Cosa l’ha colpita nell’impatto con Chivu? "L'aspetto comunicativo, il rapporto umano che crea".
Lei ha detto che 'la parola predestinato non mi va giù, perché sembra che tutto debba succedere per forza'. "La gente pensa che il talento basti per sfondare: trascura tutto il sacrificio quotidiano che c'è dietro".
Poli, il paesino dove è cresciuto, è così piccolo che lei sarà uno dei pochi bambini d'Italia che hanno imparato a giocare in strada. È così? "Sì, c'è solo un campo e non potevamo consumarlo".
Sente che alcune sue abilità nascono dalla strada? "Sì, sicuramente se sono qui adesso è grazie anche a quei momenti lì, vissuti da bambino. E a quel contesto".
È vero che suo padre, prima di diventare romanista grazie a lei, era interista? "Sì, a Poli c'erano tanti interisti e quando è arrivato in Italia lo è diventato anche lui".
Krzysztof è fuggito dal comunismo nel 1988, è stato sposato con Ewa da Papa Woytla, ha costruito la famiglia, l’ha accompagnata nella sua crescita e poi, pochi giorni dopo îl suo debutto con la Polonia, mentre lei è in ritiro per il derby, muore. A 20 anni come si convive con una tempesta così? "Non è facile, ma papà aveva costruito una famiglia forte e ci ha dato dei grandi valori. Mi sento anche di ringraziare Mourinho, perché mi ha aiutato tanto in quel periodo. E non parlo di calcio".
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