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Una pausa per Dzeko. Mai a secco dopo le prime due partite

LaPresse

Preoccupa la situazione psicologica dell’attaccante. Chi lo conosce dice che è solo un momento passeggero

Redazione

Non è mai stato un bomber spietato, altre sono le sue caratteristiche. Non era mai successo, però, che Edin Dzeko restasse senza gol nelle prime due partite giocate in campionato, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera.

In panchina contro il Verona perché il suo trasferimento alla Juve sembrava fatto; a secco contro la Juventus, con il clamoroso errore che avrebbe dato il 3-1, ma utile da regista offensivo; del tutto negativo a Udine, con la macchia di un altro gol divorato solo davanti al portiere quando la partita era ancora sullo 0-0. A spaventare, però, è stata soprattutto l’abulia del centravanti bosniaco, mai davvero in partita.

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Quello che preoccupa, semmai, è la situazione psicologica dell’attaccante. Per la terza volta è stato vicino all’addio, ma in questo caso le circostanze sono state molto diverse. Dzeko non voleva andare al Chelsea e Di Francesco si battè come un leone per trattenerlo. Aveva trovato un accordo con l’Inter ma il trasferimento era saltato e al bosniaco era rimasto un contratto più ricco (7 milioni netti a stagione) e più lungo.

Adesso aveva già svuotato l’armadietto per andare alla Juventus, ultima occasione per chiudere la carriera con una vittoria anche in Italia dopo la Bundesliga con il Wolfsburg e la Premier League con il Manchester City, ma poi non se n’è fatto nulla. Chi lo conosce dice che è solo un momento passeggero, come capitano agli attaccanti. La sosta servirà a recuperarlo, altrimenti la produzione offensiva diventerà per Fonseca un problema.