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Simeone ha deciso che, dopo 283 giorni e 58 minuti che sì, poteva bastare. Non segnava dal 5 dicembre 2024, gol in Coppa Italia proprio all'Olimpico. E allora eccolo sbucare, stesso teatro. Ci aveva pensato già l'allenatore, Baroni, a costruire la vittoria ridisegnando i suoi alla lavagna. La "pensata" di Gasperini non ha avuto la stessa efficacia: fuori Feguson, il Dovbyk rimasto dopo la cessione sfumata al Milan neanche degno di essere preso in considerazione, così il tecnico ha scelto Soulé e Dybala larghissimi con un impalpabile El Aynaoui nel ruolo di trequartista. Risultato? Un pentimento rapido e il nulla assoluto in termini di produzione offensiva. Lo scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera. L'altra faccia della medaglia è stata una Roma che è andata a sbattere contro il muro granata, mai in grande sofferenza. Gasperini è tornato sui suoi passi inserendo Ferguson, Dybala si è arreso al solito guaio muscolare, Soulé non aveva con chi dialogare. Di una "solita" squadra di Gasperini la Roma non aveva nulla: macchinosa e in grado di impensierire il Torino solo nel recupero.
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