Mentre Luca Parnasi per l’acquisto dei terreni di Tor di Valle finalizzati alla costruzione del nuovo Stadio della Roma va verso l’archiviazione, i venditori dell’area, Michele Saggese e Gaetano Papalia, titolari della società Sais, rischiano di finire sotto processo per bancarotta fraudolenta, scrive il Corriere della Sera.
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Stadio della Roma, venditori dei terreni verso il processo
Michele Saggese e Gaetano Papalia, titolari della società Sais, rischiano di finire sotto processo per bancarotta fraudolenta
Il pm Mario Dovinola ha chiuso l’inchiesta contestando a entrambi che non avrebbero versato, tra le altre cose, all’erario 15milioni e duecento mila euro dei quasi 18 milioni ricavati dalla cessione.
L’indagine ha ricostruito i momenti chiave del passaggio di proprietà dell’area di Tor di Valle sancito nel 2013 tra la Sais e l’Eurnova di Parnasi, in un primo momento indagato con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta.
L’ipotesi era che Parnasi con l’acquisto avesse sottratto i beni ai creditori della Sais in quanto consapevole delle difficoltà economiche della società. L’inchiesta ha escluso questa possibilità. Però ha fatto emergere come Saggese, con l’incarico di presidente del consiglio dalla società, e Papalia, come amministratore delegato, avessero accumulato debiti per 24milioni di euro verso l’erario a partire dal 2004 fino al 2013. Nel 2013 Parnasi acquista i terreni e a quel punto per l’operazione conclusa la Sais matura un nuovo debito verso Equitalia pari a 15milioni.
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