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Sorpresa Allegri la sua Juventus ha numeri migliori di quella da record

Il tecnico livornese ha rinfrescato le motivazioni del gruppo, come ha confermato lo stesso allenatore: «È normale che, giocando con un sistema di gioco diverso, ci siano stimoli diversi e più attenzione.

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Juventus rinnovata, Juventus ancora più forte, Juventus da record anche se perde i pezzi (dopo Asamoah, anche Romulo si opera e starà fuori almeno un tre mesi). La rivoluzione dolce di Massimiliano Allegri ha reso se possibile ancora migliore una squadra reduce da tre anni di dominio incontrastato in Italia e da record battuti uno dopo l’altro.

Iniziare un percorso totalmente nuovo, dopo l’interruzione inattesa del precedente, ereditando tre scudetti consecutivi e 102 punti in classifica, era cosa per spiriti forti e gente dalle spalle larghe. Allegri ha aggiunto l’intelligenza e il rispetto con cui si è calato nella nuova realtà. È entrato a Vinovo e ha iniziato a lavorare per capire, prima che per cambiare, ha avuto la saggezza non imporre subito il cambiamento ma di partire camminando sulla strada già tracciata.

Quella del 3-5-2 di matrice contiana, con meno furore e manovra più ragionata, maggiore possesso palla e difesa più bloccata. Senza tralasciare, comunque, di sperimentare a Vinovo la difesa a quattro e il modulo a cui è più legato, il 4-3-1-2.

Fino al momento della svolta, giunto in un momento decisivo di questo primo segmento di stagione: la notte di Champions con l’Olympiacos del 4 novembre. Lì è nata la Juve di Allegri, che dopo aver sdoganato la novità non l’ha più abbandonata. E il primo bilancio di questa rivoluzione soft è più che positivo. Prima perché ha rinfrescato le motivazioni del gruppo, come ha confermato lo stesso allenatore: «È normale che, giocando con un sistema di gioco diverso, ci siano stimoli diversi e più attenzione. Ma con giocatori di ottima qualità è anche più facile cambiare le cose». Poi per i numeri: dall’Olympiacos al Torino, passando per Parma, Lazio e Malmoe, 5 vittorie su 5 gare, 17 gol fatti e 3 al passivo. Escludendo le gare di coppa e considerando solo la serie A, otteniamo la Juve migliore degli ultimi 4 anni dopo 13 giornate di campionato. I bianconeri 2014-15 hanno gli stessi 34 punti della stagione scorsa. La differenza è determinata dai gol fatti, 30 contro 28, e dai gol subiti dimezzati, 5 rispetto ai 10 dello scorso anno. Nel 2011-12 la prima Juve di Conte era a quota 29 punti (28 reti fatte e 10 subite); nel 2012-13, i punti erano 32, con 29 gol all’attivo e 9 al passivo.

Il nuovo abito tattico del 4-3-1-2, che in fase di non possesso può declinarsi in 4-3-2-1, regala diversi benefici. C’è un uomo in più in costruzione, che garantisce maggiori opzioni offensive; in fase di possesso vengono coinvolti i tre giocatori d’attacco più a turno uno dei due interni. E si sa che la Juve ha nel centrocampo, con Pirlo, Marchisio, Pogba, Vidal e Pereyra, il reparto migliore.