Un ragazzo biondo con la maglia della Roma giace disteso sulla corsia di sorpasso della tangenziale Est. Muove solo la testa, fra le mani di un medico del 118. Accanto al ferito c’è un amico stordito, appoggiato con la schiena al guardrail. Più in là ancora due scooter rovesciati sull’asfalto, un’ambulanza con i portelloni spalancati e la lettiga pronta per quel giovane tifoso caduto poco prima mentre andava allo stadio per il derby.
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Scontri al derby, la tangenziale è un parcheggio
L’appello del sindaco Ignazio Marino affinché ieri ci fosse la dimostrazione che i romani «non sono come i tifosi del Feyenoord» è stato raccolto solo in parte
Dietro questa scena drammatica è il caos: la tangenziale paralizzata, dalla Salaria all’imbocco della galleria Giovanni XXIII. Tutto fermo, mezz’ora prima del calcio d’inizio, con i vigili urbani che, con difficoltà, hanno fatto scorrere il traffico solo quando l’ambulanza è ripartita verso l’ospedale più vicino. Un’immagine eloquente di quello che è accaduto ieri: traffico bloccato a Roma nord, circolazione limitata fra Prati e Ponte Milvio. La stessa tangenziale trasformata in un parcheggio abusivo, con le macchine lasciate dai tifosi sulla corsia d’emergenza o nelle aree di sosta. E il nastro giallo della Municipale assicurato all’ultima vettura come unica accortezza.
Il traffico e gli scontri. Il doppio volto oscuro del derby fatto giocare in un pomeriggio feriale, con le cariche, gli idranti e i lacrimogeni usati dalle forze dell’ordine sul lungotevere Diaz, a ponte Duca d’Aosta e a ponte Milvio per impedire i contatti fra romanisti e laziali, ma anche per difendere se stesse. E, soprattutto, con i due tifosi giallorossi - Massimo Ceci, 38 anni, e un suo amico di 31, poi dimesso con pochi giorni di prognosi - feriti a coltellate al torace sul lungotevere Thaon di Revel, vicino piazza Mancini, da una ventina di laziali poi fuggiti ma forse ripresi dalle telecamere della videosorveglianza. «Indossavano le maglie della Roma, prima ci hanno scherzato, con qualche sfottò, poi quelli hanno tirato fuori i coltelli», avrebbero raccontato alla polizia. L’appello del sindaco Ignazio Marino affinché ieri ci fosse la dimostrazione che i romani «non sono come i tifosi del Feyenoord» è stato raccolto solo in parte. Fuori dall’Olimpico ci sono state le solite scene da derby. Ma alla fine ci sono stati anche due fermi e un arresto - con altre persone portare in ufficio per accertamenti - soprattutto per gli scontri nel dopo partita. Ci sono molte posizioni da vagliare, anche perché contro polizia e carabinieri sono stati tirati petardi e bottiglie. Le forze dell’ordine hanno risposto con i lacrimogeni, alcuni dei quali sono finiti negli androni dei palazzi dove gli abitanti di ponte Milvio si erano rifugiati. E i residenti lo hanno fatto notare agli agenti.
Effetti collaterali di una battaglia durata fino a corso Francia. Ma è probabile che i teppisti si fossero preparati a ben altro visto che durante le bonifiche gli uomini della Questura hanno trovato un borsone con un mini arsenale pronto all’uso: roncole, coltelli, bastoni, caschi da motociclista , catene d’acciaio e un estintore. C’erano anche molti barattoli d’alluminio: forse dovevano essere riempiti di esplosivo per essere poi lanciati allo stadio o più probabilmente durante gli scontri.
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