"Parto da una convinzione: Conte lascerà la nazionale, perché non è il ruolo che
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Sconcerti: “Per il dopo Conte vedrei bene Del Piero”
"È un nome pulito, il simbolo di una buona Italia che ce l’ha fatta solo per il suo talento. Il limite sta nell’esperienza da allenatore, ma non sarebbe il primo grande ex a cominciare dall’alto. E la nazionale ha un vantaggio, non va...
lo diverte di più e perché l’esperimento comunque a luglio sarà compiuto. - scrive Mario Sconcerti su Il Corriere della Sera - Quando Conte chiuse il rapporto con la Juventus non aveva altre destinazioni possibili. Le squadre erano già in ritiro e lui era ancora troppo juventino. Ora è un tecnico europeo che ha avuto il passato di un solo colore, ma è ormai libero. Può andare dove vuole, anche dagli avversari della Juve. Da questa convinzione prendo slancio per una candidatura nuova. Penso che il dopo Conte potrebbe essere Del Piero.
Del Piero conosce il calcio come pochi ed è ancora l’ex calciatore italiano più conosciuto all’estero. Qualunque convocato gli darebbe rispetto e disponibilità. È un nome pulito, il simbolo di una buona Italia che ce l’ha fatta solo per il suo talento. Il limite sta nell’esperienza da allenatore, ma non sarebbe il primo grande ex a cominciare dall’alto. E la nazionale ha un vantaggio, non va allenata, le serve solo uno che l’assembli e le dia nozioni quasi elementari per gestire la partita. Del Piero queste cose le conosce bene, le ha vissute per vent’anni. Ha giocato 800 partite ai massimi livelli. Non mi dite che non saprebbe scegliere i migliori 15 in una rosa di 40. Credo che la sua investitura porterebbe molta attenzione, nuovo interesse per la nazionale. E lui avrebbe due anni per finire di imparare allenando se stesso per il prossimo Mondiale. Credo infine sia anche l’ora che i vecchi grandi calciatori facciano qualcosa per il movimento che li ha resi ricchi e famosi. Credo sia tempo si prendano responsabilità e ci mettano la faccia. Mi aspettavo questo da Vialli, da Baggio, da Baresi, da Rivera, da tanti altri che avrebbero forse avuto il dovere di restituire al calcio una parte del tanto ricevuto. Ma spesso i calciatori amano la tranquillità della gratitudine, l’intoccabilità del passato. Se perdi una partita con l’Italia sei subito discusso da tutto il paese. E i grandi giocatori vogliono solo essere amati, è il loro secondo mestiere. Ma se Del Piero ha questo coraggio e un po’ di senso politico, e io credo li abbia, ha molti numeri per diventare la guida ideale di un’ Italia diversa".
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