Il passato e il possibile futuro della Roma si sono incrociati ieri, in occasione della finale della Premier League Asia Trophy tra il Liverpool (cioè Momo Salah) e il Leicester (cioè Riyad Mahrez). Come riporta Luca Valdisseri su Il Corriere della Sera, ha segnato e vinto l'egiziano, ma Mahrez ha spesso fatto breccia nella difesa dei Reds, costringendoli anche a triplicare la marcatura su di lui.
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Salah-Mahrez, passato e futuro. La Roma punta tutto sull’algerino
Il calciatore del Leicester, ieri sconfitto dall'egiziano nell'Asian Trophy, è considerato il profilo giusto per sostituire il velocista oggi al Liverpool
Il vicepresidente del Leicester, Aiyawatt Srivaddhanaprabha, ha rilasciato alcune dichiarazioni proprio in merito all’interessamento della Roma per Mahrez: "Al momento non esiste un’offerta effettiva per Mahrez. Conosciamo bene il suo potenziale, ma dovrà adattarsi a quella che sarà la nostra squadra. È chiaro che cambiare è oramai qualcosa di ordinario nel calcio e che anche Mahrez coltiva il sogno di giocare per un grande club, ma, ripeto, al momento non c’è niente di concreto. È ancora un giocatore del Leicester City. Non voglio stabilire nessun prezzo, perché la nostra intenzione, in prima battuta, è quella di non venderlo. Potrei dire 40, 50 o 100 milioni, davvero non saprei quantificare. Di un giocatore bisogna considerare il suo valore nel momento in cui lo stai per vendere. Non posso lasciarlo andare nel momento in cui non c’è sul mercato chi ne possa prendere il posto".
Un tentativo di far alzare l'offerta della Roma, ferma a 30, almeno a 40 milioni. Il calciatore ormai ha deciso, sposando il piano giallorosso e definendo anche la questione ingaggio.
Intanto, la squadra continua ad allenarsi a Boston, con Monchi in arrivo domani per parlare di Mahrez con Pallotta. Non c'è, però, solo l'algerino nell'agenda del ds spagnolo. Anche il futuro ed il rinnovo di Manolas va trattato. Capitolo Kolarov, il serbo raggiunto la squadra a Boston ed è stato insultato da ultrà sia della Roma e della Lazio. Ma a debita distanza, perché farlo faccia a faccia è un’altra cosa.
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