La corte di Cassazione mette la parola fine ad un contenzioso lungo oltre cinquanta anni: le dimore di Sabaudia che fanno capo a circa cento proprietari, sorte sulle splendide dune a partire dai primi anni ’50, restano lì dove sono sempre state, in quanto sorte su un terreno privato (le dune in questo caso), nei confronti del quale l’amministrazione comunale non ha nessun diritto, scrive Michele Maragon su corriere.it.
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Sabaudia, il Comune perde contro Totti e Malagò: non ha diritto di proprietà sulle dune
La Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte d'Appello del 2011: le ville dei vip costruite sulla macchia mediterranea restano lì dove sono sempre state, in quanto sorte su un terreno privato
Il Comune di Sabaudia non può accampare nessun diritto di proprietà sulle splendide dune di macchia mediterranea dove negli anni sono state costruite molte ville dei vip. Tra i controricorrenti figurano il presidente del Coni Giovanni Malagò e l’ex calciatore Francesco Totti, i quali vedono scongiurato ogni rischio di dover rinunciare alle loro case di villeggiatura. Questa, in sintesi, la storia: il regime fascista, con regio decreto, aveva costituito il Comune pontino prendendo pezzi di territorio dai comuni limitrofi, ma non il relativo patrimonio. Ragion per cui il Comune di Terracina aveva il diritto di vendere nel 1952 i fondi di Ponte, Pantanelli e i tumuleti del lago di Paola, di fatto mai appartenuti a Sabaudia. La Cassazione per questa ragione ha così messo fine a un contenzioso pluridecennale, con decine di parti in causa, iniziato nel 1962, con cui l'amministrazione locale chiedeva la restituzione dei terreni ai proprietari di ville e resort. Tra questi, dalla famiglia Fendi, al presidente del Coni Giovanni Malagò, a Francesco Totti, passando per Roberto D’Agostino, Bertolucci, i Cerami e tantissimi altri. Respingendo il ricorso del Comune di Sabaudia, la suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte d'appello di Roma che nel 2011 aveva ribaltato la decisione del giudice onorario che invece aveva dichiarato l'inefficacia dell'atto di compravendita con il quale il Comune di Terracina aveva venduto i suoi fondi a una società immobiliare nel 1952, ordinando la restituzione dei terreni, salva intervenuta usucapione.
Le sentenze della corte d'appello di Latina, prima, e della Cassazione (sentenza n. 2805 della seconda sezione civile) poi, si fondano sulla distinzione tra bene demaniale e bene patrimoniale. In sostanza, il regio decreto del 1933 con il quale era nato il Comune di Sabaudia dalla bonifica dell'agro pontino, aveva trasferito i beni demaniali, sui quali è sorta la nuova città, ma non prevedeva alcuna cessione di beni patrimoniali dai Comuni limitrofi. Per farla breve, le dune non sono mai appartenute al comune di Sabaudia.
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