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Il Corriere della Sera

Roma spuntata, numeri da paura

Roma spuntata, numeri da paura - immagine 1
Appena 10 reti in 10 gare. Solo 2 da Dovbyk, Dybala, Ferguson e El Shaa. Astinenze di mes
Redazione

"Bisogna farsi un esame di coscienza e pensare come mai c'è tanta gente che non segna da tempo". E la frase che Ga-sperini ha lasciato cadere dopo l'1-2 col Viktoria Plzen: con chi ce l'aveva il tecnico se non con i suoi attaccanti? La do-manda, più che retorica, fotografa un disagio strutturale. Perché la Roma produce, ma non capitalizza. Dieci gol in dieci partite: la peggior partenza di sempre per una squadra guidata dal tecnico piemontese, scrive Gianluca Piacentini su Il Corriere della Sera. Nelle stagioni precedenti, le sue squadre avevano sempre garantito ben altri numeri: 19 gol dopo dieci gare con l'Atalanta un anno fa, 24 nella stagione 2020/21, 15 al primo anno bergamasco. Solo il Genoa del 2015/16, nel suo ultimo anno in rossoblù, viaggiava sugli stessi ritmi. Eppure la produzione offensiva non manca. Nelle ultime due partite contro Inter e Plzen la squadra ha tirato 34 volte, centrando lo specchio in 13 occasioni. Di questi, 24 tiri sono arrivati dall'interno dell'area, generando un XG complessivo di 4.45. In teoria, quasi cinque gol. In pratica, uno solo, su rigore, dunque fuori da questa statistica. La Roma costruisce, ma non sfonda. E la sterilità diventa un virus che si propaga.

I numeri individuali raccontano bene il quadro. Dybala ha giocato 301 minuti in stagione: un gol, su rigore contro il Viktoria Plzen. Ha raggiunto quota 200 reti in carriera ma il bottino è magro: l'ultima rete su azione risale al 20 febbraio col Porto, in campionato addirittura al 29 dicembre 2024 contro il Milan. Dovbyk ha totalizzato 366 minuti in 9 presenze, con un solo gol, al Verona: il primo in Serie A dal 4 maggio. Ferguson, 413 minuti e zero reti: l'ultimo centro in campionato porta ancora la maglia del Brighton, il 26 ottobre 2024. El Shaarawy, 265 minuti, a secco: l'ultimo lampo il 17 gennaio col Genoa. Dieci gol in dieci partite, insomma, non sono solo una cifra statistica, ma una diagnosi. Gasperini lo sa e il suo monito è insieme una scossa e un atto d'accusa: non serve cercare altrove, l'esame di coscienza comincia davanti alla porta. In attesa di un aiuto, che non potrà arrivare prima di gennaio, dal mercato.